Per chi suona la campanella: boom di iscrizioni agli Istituti tecnici, crollano i licei

Si sono chiuse il 30 gennaio le iscrizioni alle scuole superiori della provincia di Reggio Emilia per il prossimo anno scolastico 2023/2024: 4.514 le iscrizioni alle scuole secondarie di secondo grado statali effettuate, pari all’88% degli alunni delle terze medie, che quest’anno sono 5.188. I dati, seppur non definitivi (nei prossimi giorni le singole scuole dovranno infatti accettare o smistare le iscrizioni ricevute), sono tuttavia significativi delle scelte e degli orientamenti degli studenti reggiani

Si sono chiuse il 30 gennaio le iscrizioni alle scuole superiori della provincia di Reggio Emilia per il prossimo anno scolastico 2023/2024: al termine delle operazioni online per le famiglie, sono risultate 4.514 le iscrizioni alle scuole secondarie di secondo grado statali effettuate, pari all’88% degli alunni delle terze medie, che quest’anno sono 5.188 (una piccola percentuale si iscrive infatti direttamente a scuola, mentre altri ragazzi a istituti fuori provincia). I dati, seppur non definitivi (nei prossimi giorni le singole scuole dovranno infatti accettare o smistare le iscrizioni ricevute), sono tuttavia significativi delle scelte e degli orientamenti degli studenti reggiani.

Riguardo alla distribuzione percentuale degli iscritti tra licei, istituti tecnici ed istituti professionali, dai primi dati disponibili si conferma, seppur in calo rispetto all’anno scorso, una lieve propensione verso i licei: sceglie infatti un indirizzo liceale il 40,7% dei ragazzi (l’anno scorso erano il 41,5%). Al secondo posto vengono gli indirizzi dell’istruzione tecnica con il 37,8% di iscritti, in lieve aumento rispetto allo scorso anno (erano il 37%). Infine, risultano stabili gli indirizzi professionali: 21,5%, esattamente come l’anno scorso.

Le scuole. A Reggio Emilia, rispetto alle scelte compiute dai ragazzi e dalle loro famiglie l’anno scorso, sono in aumento gli istituti Canossa (+25) e Pascal (+18) e, in misura meno significativa, Filippo Re, Galvani-Iodi, Chierici e Scaruffi-Levi-Tricolore. In calo invece l’Ariosto-Spallanzani (un -69 quasi interamente dovuto all’indirizzo classico), lo Zanelli (-64), il Moro (-37) e, in misura più contenuta, il Secchi, il Nobili e il Motti.

A Castelnovo Monti il calo dell’istituto Mandela (-23) è di fatto compensato dal Cattaneo (+22). Stabile il Gobetti di Scandiano e in aumento il D’Arzo di Montecchio. A Guastalla sono in lieve aumento sia il Carrara sia il Russell, mentre nel distretto di Correggio calano l’Einaudi (-33) e, in misura meno significativa, il liceo Corso e il Convitto Corso.

Gli indirizzi. Osservando nel dettaglio l’andamento delle iscrizioni per indirizzo di studio (licei, tecnici o professionali), è possibile rilevare alcune specifiche tendenze. Per quanto riguarda i licei, risultano in forte calo soprattutto il classico (-65 iscritti) e il linguistico (-55 iscritti), mentre aumentano il liceo delle scienze umane con opzione economico-sociale (+27 iscritti) e quello delle scienze umane (+13 iscritti). Meno significativi l’aumento del liceo artistico (+5) e la diminuzione dei licei scientifico (-10) e scientifico opzione scienze applicate (-3). In calo anche coreutico (-6) e sportivo (-4).

Sul versante degli istituti tecnici si registra quest’anno un significativo aumento dell’indirizzo amministrazione, finanza e marketing (+61 iscritti). Lieve l’aumento degli indirizzi meccanica, meccatronica ed energia (+7) e sistema moda (+3). Senza variazioni l’indirizzo elettronica ed elettrotecnica. In calo invece l’indirizzo informatico (-39 iscritti), l’agrario (-14), il CAT – costruzioni, ambiente e territorio (-13) e il turistico (-12). In calo più contenuto (-5) sia l’indirizzo chimico che quello grafico.

Infine, per quanto riguarda gli indirizzi professionali, l’aumento più significativo riguarda i servizi per la sanità e l’assistenza sociale (+20 iscritti), seguiti dai sevizi commerciali (+9). Il calo più significativo riguarda invece l’indirizzo agricoltura (-30 iscritti). In calo anche l’indirizzo industria e artigianato per il made in Italy (-12), l’enogastronomico (-8), l’odontotecnico (-7) e l’ottico (-6). Sostanzialmente stabile l’indirizzo manutenzione e assistenza tecnica (-1).

“La scelta che gli studenti reggiani hanno fatto – dichiara la vicepresidente della Provincia con delega all’Istruzione Elena Carletti – continua a confermare una distribuzione decisamente più equa rispetto al dato nazionale. Mentre in Italia il 57,1% sceglie un indirizzo liceale, il 30,9 % un tecnico e il 12,1% un professionale, nella nostra provincia la forbice tra licei e tecnici è ormai ridotta a pochissimi punti percentuali e resta consistente, seppur minoritaria, la quota dei professionali”.

Anche il Emilia-Romagna le scelte compiute dai ragazzi e dalle loro famiglie al termine del primo ciclo confermano una preferenza per gli istituti tecnici e professionali, scelti complessivamente dal 52,1% dei ragazzi, a fronte del 43% a livello nazionale. Rispetto al dato regionale, la provincia di Reggio Emilia è ancor più orientata verso il segmento tecnico-professionale, che accoglie il 59,3% delle domande di iscrizione per l’anno scolastico 2023/24.

“Questo dato premia il lavoro di un intero territorio rispetto all’orientamento scolastico, che vede da tempo la nostra Provincia, in collaborazione con tutti gli istituti e i centri di formazione professionale, l’Ufficio scolastico, gli operatori economici e le realtà imprenditoriali, impegnata a garantire una scelta consapevole, che significa conoscere in maniera approfondita il ricco sistema educativo reggiano, nonché le opportunità lavorative che il nostro tessuto economico-produttivo è ancora in grado di offrire – continua la vicepresidente Elena Carletti – Continuano, dunque, a vedersi i frutti del lavoro svolto in questi anni per sostenere anche la formazione tecnica e professionale, che troppo spesso a torto è stata vista come una opzione meno importante rispetto a quella liceale, pur garantendo ottimi sbocchi occupazionali”.

Questa analisi è confermata anche dalle parole del dirigente dell’Ambito territoriale Reggio Emilia dell’Ufficio scolastico regionale, Paolo Bernardi: “A Reggio Emilia si conferma tendenza già evidenziata lo scorso anno, quando avevamo consolidato il dato relativo alla buona tenuta dell’istruzione tecnica e professionale in rapporto al dato italiano complessivo, e questo è senza dubbio frutto del positivo lavoro di orientamento che ha puntato alla valorizzazione di questo settore dell’istruzione secondaria. Non ho nulla in contrario rispetto al fatto che la scelta liceale resti la prima opzione delle famiglie, a patto che questo non avvenga in deroga al giudizio orientativo della scuola media, il che si traduce, in molti casi, in successivi percorsi scolastici accidentati, che presuppongono difficoltosi cambi di indirizzo in corso d’anno”.

“Venendo al dettaglio dei singoli indirizzi, sul fronte dell’istruzione liceale si segnala l’ulteriore, ma leggera, flessione negativa delle iscrizioni al liceo delle scienze applicate relativamente ai dati dello scorso anno scolastico, dopo anni di costante crescita di questo indirizzo a scapito delle altre opzioni liceali – continua il dirigente dell’Ufficio scolastico – Risulta in linea con le statistiche nazionali la contrazione delle iscrizioni relativa al liceo classico, il cui calo si attesta intorno al 50%, e anche i dati delle iscrizioni al liceo linguistico rappresentano una situazione di contrazione per l’anno scolastico venturo che interessa la pressoché totalità delle Istituzioni scolastiche di secondo grado. Diversamente, sono cresciute considerevolmente le iscrizioni al liceo delle scienze umane”.

“Sul fronte dell’istruzione tecnica, invece, rileviamo il mantenimento della flessione positiva delle iscrizioni all’indirizzo “AFM”, il tecnico economico dove si studiano i principi dell’amministrazione, della finanza e del marketing, e il consolidamento delle iscrizioni al percorso “CAT”, l’indirizzo del tecnologico che si occupa di costruzioni, ambiente e territorio e che, dopo anni di crisi, potrebbe beneficiare in futuro del più che probabile incremento degli investimenti pubblici nel settore della conversione ecologica degli edifici e delle aziende”, conclude Bernardi.

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