A volte lo sport commuove anche i profani. La 26°Venicemarathon che si è corsa questa mattina da Stra a Venezia ha riservato preziosi attimi di riflessione. Difficile pensare di correre una maratona a due senza gambe, eppure è avvenuto.
Alessandro Zanardi ha trainato per tutti i 42.195 metri del percorso l’amico Francesco Canali, ex podista di Parma affetto da SLA (Sclerosi Laterale Amiotrofica), affrontando con la sola forza delle braccia ponti e calli. Zanardi, ex campione di Formula1, ha perso entrambi gli arti inferiori in un gravissimo incidente in Germania nel 2001.
«La Venicemarathon – ha affermato Canali alla vigilia dell’evento – è una di quelle maratone che avrei voluto fare con le mie gambe. Visto che questo non è più possibile, sono estremamente felice di poterlo comunque fare in un modo diverso e insolito, ma che sono sicuro sarà per me ancora più bello ed emozionante. Sarò trainato da un campione straordinario come Alex Zanardi e scortato da un altro grande atleta come Fabrizio Macchi. Quando Alex mi ha proposto questa sfida ho accettato subito con entusiasmo perché anch’io amo le cose un po’ folli».
Ben venga che si parli di follia in questi termini. Se con ciò si intende correre al di là dei propri limiti e osare. Arrivato dopo poco più di due ore in Riva Sette Martiri, Alex è sceso dalla bici, ha raggiunto Francesco alle sue spalle e ha lasciato a lui l’onore di tagliare il traguardo, spingendolo dolcemente in avanti.
In un gesto l’essenza dello sport sincero e dell’amicizia. Bella lezione per chi tentenna al primo ostacolo e non sa guardare oltre al proprio naso. Due atleti amici hanno afferrato insieme il loro sogno, non importa come. Piazza San Marco era lì per applaudirli.