People mover, la procura di Bologna apre un altro fascicolo

Sotto la lente il contratto integrativo tra Comune e Marconi Express che il 30 ottobre ha di fatto sbloccato i lavori.

Nuovo procedimento penale sulla realizzazione del People mover, la monorotaia pensata per collegare stazione e aeroporto i cui cantieri sono ufficialmente partiti lo scorso novembre. La Procura di Bologna ha deciso di aprire un fascicolo contro ignoti, dove ipotizza i reati di abuso d’ufficio e favoreggiamento.
Al centro della nuova attività d’indagine c’è il contratto integrativo sottoscritto lo scorso 30 ottobre dal Comune e dalla Marconi Express per modificare la concessione risalente al 2009: di fatto, il documento che ha dato il via libera ai lavori.
L’iscrizione di un procedimento penale separato è stata disposta pochi giorni prima di Natale dai pm titolari dell’inchiesta madre che ha già visto il rinvio a giudizio con l’accusa di abuso di ufficio e turbativa d’asta (il processo inizierà l’8 aprile) dell’ex sindaco Flavio Delbono, dell’ex assessore comunale Villiam Rossi, di Francesco Sutti (ex presidente Atc), di Piero Collina (ex presidente del Consorzio cooperative costruzioni) e di tre dirigenti di Palazzo D’Accursio (Patrizia Bartolini, Francesca Bruni e Cleto Carlini).

L’ulteriore attività d’indagine nasce dalla richiesta di sequestro preventivo dei cantieri e dei finanziamenti stanziati dal Comune e dalla Regione Emilia-Romagna, presentata a fine ottobre dall’associazione “Primavera urbana” (parte civile nel processo) e tramite essa dal Comitato No People mover.
Dalla documentazione acquisita, i pm hanno potuto constatare che con l’atto integrativo l’amministrazione e la società incaricata di realizzare e gestire il People mover hanno convenuto di modificare la durata della concessione, le tariffe del servizio e le curve di traffico prevedendo un prezzo in favore del concessionario. La procura si è poi soffermata anche sulla firma dei nuovi patti parasociali tra Ccc, Marconi Express e Tper che invece hanno modificato la struttura finanziaria della società e le modalità di trasferimento delle azioni. Tutte operazioni che dimostrerebbero che il Comune ha deciso di attuare gli accordi seguiti all’aggiudicazione della concessione, con l’ipotesi che questo sia avvenuto senza valutare le conseguenze di quanto nel frattempo era emerso grazie all’inchiesta penale. In questo caso, dunque, a differenza della prima inchiesta, sotto la lente finirebbero atti che coinvolgono l’attuale giunta Merola e non quella Delbono.
Come parti offese figurano lo stesso Comune, Primavera urbana, l’impresa spagnola Acciona e la romana Ghella (che avevano partecipato in cordata alla gara poi vinta dal Ccc).

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