Pensionati italiani in fuga dove la vita costa meno, boom del Marocco

Firenze – L’Italia esporta cervelli, ma anche pensionati. Sei pensionati su dieci, in Italia, prendono meno di 750 euro al mese. Basta questo dato, confrontato con il costo della vita nelle nostre città, in particolare al centro-nord, per capire come sia possibile la vera e propria migrazione che vede i nostri pensionati allontanarsi dall’Italia in un’età in cui, fino a neanche tanto tempo fa, si tornava al paesello per godersi la compagnia di amici e parenti. Invece, da quando l’obiettivo del pensionato “tipo” è diventato quello di non morir di fame o sfratti, sono sempre di più le “fughe” verso paesi dove si possa continuare a campare con dignità. Ad esempio il Marocco,  dove la comunità italiana è cresciuta del 149% negli ultimi 7 anni o la Thailandia che registra un incremento del 107,7%. E’ quanto emerge da un’analisi dell’Unione europea delle cooperative Uecoop su dati Aire, in relazione  “all’esigenza di rilanciare i consumi interni scongiurando l’aumento dell’Iva che inciderebbe sulla capacità di spesa delle famiglie in un momento in cui si avvertono preoccupanti segnali di stagnazione dell’economia con il calo del reddito e del potere d’acquisto secondo l’Istat”.

“Fra carrello della spesa e bollette – sottolinea Uecoop – la vita in Italia è ormai una sfida quotidiana di sopravvivenza soprattutto per i pensionati che sempre più spesso cercano nuovi posti dove vivere e soprattutto incassare l’assegno dell’Inps al lordo dei contributi o con una tassazione che, di solito, non supera il 20% in modo da garantirsi una maggiore serenità nella vecchiaia e la possibilità di spendere qualcosa di più per le proprie esigenze personali e di salute”.

 I dati sono comunque rilevanti: Uecoop stima che il movimento demografico verso l’estero scaturito dalla crisi economica internazionale del 2009 fino a oggi, abbia coinvolto oltre un milione di italiani non solo verso Marocco e Thailandia, che contano insieme quasi 10mila espatriati, ma anche verso Malta, dove l’Italia è ben rappresentata  da una comunità di oltre 4.500 italiani, più che triplicata rispetto a 7 anni fa, verso  il Portogallo, dove la comunità italiana con oltre 6.500 persone ha registrato una crescita del 61,7%, oppure verso la Tunisia, dove si contano circa 5.200 connazionali raddoppiati rispetto a 7 anni fa. Non solo: ci sono anche i 10.700 che hanno puntato sui Caraibi, 2 su 3 a Santo Domingo e il resto a Cuba, con un aumento rispettivamente del 48% e del 77%.

“La qualità della vita fra consumi e servizi diventa così uno dei principali parametri di valutazione anche per chi, conclusa la propria stagione professionale, deve decidere come organizzarsi il futuro, ma è chiaro – sottolinea Uecoop – che non tutti possono o vogliono trasferirsi all’estero lasciando casa, figli, nipoti o amici. E allora insieme a una crescita economica che favorisca la vita delle famiglie, in un Paese come l’Italia dove ci sono 13,5 milioni di persone sopra i 65 anni, destinate con gli anni ad aumentare – conclude Uecoop –  la gestione della terza età diventa un punto fondamentale del welfare sia sul fronte pubblico che su quello privato con un sempre maggiore coinvolgimento delle oltre 9.700 cooperative sociali che si occupano anche di assistenza sul territorio nazionale”.

 

 

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