Firenze – Una festa per l’anticendio boschivo toscano stamani al Parco Mediceo di Pratolino. Una giornata per sollecitare attenzione, ma anche e soprattutto per dire grazie a chi ha permesso, anche quest’anno che è stato davvero drammatico, di fermare il fuoco. Perché, lo ricorda anche il presidente della Toscana Enrico Rossi, che ha loro consegnato il Pegaso d’oro, senza i volontari di tante associazioni, senza gli operai forestali della Regione, delle Unioni dei Comuni e della Città metropolitana, senza il personale della sala operativa unificata e delle otto sale provinciali, senza i direttori delle operazioni antincendi, i piloti della flotta aerea e gli istruttori del centro di addestramento “Pineta di Tocchi” a Monticiano, uomini e donne fianco a fianco, il conto alla fine sarebbe stato molto più pesante. Anche nel 2017. Un grazie che si somma a quello per i vigili del fuoco e i carabinieri forestali, che operano in base ad accordi e convenzioni e partecipano all’organizzazione regionale
Rossi ricorda i numeri di un vero ‘annus horribilis’: 851 incendi che hanno mandato in fumo più di 4 mila ettari in Toscana, eventi due volte e mezzo la media degli ultimi cinque anni e quattro volte tanto l’estensione del terreno bruciato. La siccità non ha aiutato. “Ma all’alternanza di periodi piovosi ad altri assai più secchi è qualcosa a cui dobbiamo abituarci – annota – ed anche per questo dobbiamo migliorare in prevenzione. Ci stiamo lavorando: con un piano quinquennale, investimenti sulla formazione e sull’educazione de cittadini, visto che molti incendi si sviluppano per una disattenzione”. Per il presidente va recuperato anche l’utilizzo, in modo sostenibile ma produttivo, delle foreste: coinvolgendo anche i privati, visto che in Toscana – regione più boscata d’Italia – solo il 10 per cento dei boschi è di proprietà pubblica.
Su questo e sull’aspetto della prevenzione si lavorerà nei prossimi mesi. Intanto oggi era la giornata per dire grazie a chi ha aiutato a salvare i boschi della regione dalle fiamme: gente che lo fa di mestiere (ma con tanta passione) – 400 operai forestali, i regionali delle sale operative e 180 direttori – ma anche e soprattutto tantissimi volontari, ben quattromiladuecento, che regalano tempo ed energie e la cui “più grande soddisfazione (ed emozione) – racconta uno di loro, venticinque anni di attività alle spalle – è il vedersi arrivare la sera, dopo una giornata nel fumo, un bambino con i genitori che ti offre una bottiglia di tè e ti dice grazie perché hai salvato la loro casa”.
Chi oggi è capitato al parco – l’iniziativa è stata organizzata da Regione e Città metropolitana – ha potuto approfittarne per curiosare tra i fuoristrada attrezzati di lance idrauliche, le autobotti e i trattori con verricelli e gru utilizzati per rimuovere, dopo un incendio, tronchi ed alberi abbattuti. Fermo a terra c’era pure un elicottero e pronte a raccontarsi le associazioni e le tante anime e settori di un’organizzazione vasta e complessa, come quella regionale anticendi boschivi, che conta 4.800 uomini e donne addestrate (di cui 4.200 volontari), seicento mezzi ‘terrestri’, fino a dieci elicotteri in volo nella parte più ‘calda’ dell’estate e un centro di addestramento d’eccellenza, a Monticiano, frequentato anche da operatori di altre nazioni.