Pd verso le Primarie ove si profila uno scontro De Franco-Rabitti

L’appello dei “liberi e forti” (si fa per dire) della sinistra del Pd, testimonia che sarebbe saltato anche l’ultimo possibile accordo su un nome in grado di garantire i ventennali equilibri cittadini. Non restano che primarie “lacrime e sangue”

Se le cosiddette Consultazioni dei Mille, dal numero dei maggiorenti e carismatici del partito che sono stati coinvolti, avessero avuto un obiettivo altro, tipo individuare il candidato più gradito, oltre a quello di cercare di evitare le Primarie, allora l’assessore Lanfranco de Franco dovrebbe essere il candidato sindaco del Pd e degli eventuali alleati alle prossime amministrative 2024. Anche perché, scusate se è poco, sarebbe di gran lunga il candidato più gradito (forse l’unico) a quella Elly Schlein che a casa loro (il Pd appunto) avrebbe vinto le primarie nazionali.

Perché è stato proprio il suo nome di gran lunga il più indicato dalle fitte consultazioni protrattesi per mesi. Un gradimento, quello per de Franco, che è stato (ad esclusione del nome di Alessio Mammi, piazzatosi secondo ma con la metà dei voti e soprattutto con la volontà espressa e riespressa da mo’ dallo stesso Mammi di non volersi candidare) quasi il triplo dell’altro candidabile alle spalle di de Franco, ovvero Paolo Gandolfi.

Fatto sta che quelle consultazioni che avrebbero dovuto far guadagnare tempo in vista dell’accordone e del relativo nome in grado di sostenere il ventennale patto ex sinistra Dc-ex sinistra Pci che regge da decenni la città, hanno avuto come epilogo un’ulteriore quota di confusione sotto il sole dem. Ivi compreso il massiccio desiderio dei padri nobili di dare vita a ‘ste benedette primarie come segno palpabile di intendimento più democratico rispetto ai soliti inciuci.

Una sorta di consultazioni boomerang dunque: che hanno promosso il de Franco ed espresso il desiderio di dare la parola ai potenziali elettori. Ovviamente un ultimo disperato tentativo di evitare colpi di scena, si farà nella stanza dei bottoni. Ma tutto lascia intendere che alla fine le primarie saranno l’unico sbocco possibile. Non tanto perché 7per24 lo scriva da mesi. Quanto per “la contraddizion che nol consente”, laddove per “nol” ha da intendersi appunto il pre-accordone salva (le stesse) poltrone.

Un ulteriore segnale di scollamento delle possibili pastelle, e del fatto che dopo Massimo Gazza (segretario del Pd reggiano e uomo di Delrio-Castagnetti) anche quello del primario Marco Massari (ex Fgci ma assai amico di Delrio per contiguità di studi) è da ritenersi saltato, arriva dal recente documento redatto da un gruppo di ex Pci del partito che, guardacaso, chiedono le primarie di coalizione a loro volta. Ove tra i firmatari spicca il nome di Franco Ferretti, ex vicesindaco della prima giunta di Delrio, legato da un rapporto d’amicizia di vecchia data col Massari di cui sopra, nonché padre di Moris Ferretti, vicepresidente Iren ed ex presidente del Consorzio cooperativo Ccpl. Insomma, il fronte della sinistra pro Massari e pro accordone con Delrio non ha retto, è franato ed ha virato verso le primarie di coalizione.

Documento che contiene anche qualche blanda critica al sindaco Luca Vecchi, il quale in realtà ha beneficiato l’area dei firmatari con poltrone importanti, quali Iren, Teatri, Comune e Manodori, come nessun altro sindaco a Reggio negli ultimi 50 anni. Insomma all’orizzonte si profilano le tanto temute, ancor più osteggiate ma razionalmente inevitabili primarie. Ove troveremo assai probabilmente il “candidato naturale”, per dirla alla Fantozzi, Lanfranco de Franco (area Schlein quindi più a sinistra) ed Annalisa Rabitti (area cattodem), la quale pochi giorni fa ha rotto gli indugi in tutto e per tutto con un’intervista alla Gazzetta di Reggio. Poi magari qualcun altro oggi di difficile decifrazione.

In sintesi, niente “candidato unitario” (ovvero qualcuno capace di garantire gli attuali e ventennali equilibri) anche perché nel frattempo la storia cambia troppo le carte in tavola per poter sperare di uscire indenni a dispetto degli accadimenti sempre e comunque. Questa volta parrebbe farsi sul serio. Massari incassa in extremis l’endorsement di Gualandri, neoportavoce di Rec (cioè AQ16 più Rifondazione Comunista meno Potere al Popolo che ha già detto di non volerne sapere di alleanze col Pd), ma con ogni probabilità non basterà. Magari Massari potrà essere un ottimo Presidente di Casa Bettola, ma essere un buon sindaco è molto più complicato. Sarebbe interessante però, una poco “santa alleanza” da Delrio a Casa Bettola: più che un campo largo, quello di Massari si configurerebbe come un campo oversize-extralarge, per taglie robuste e stomaci veramente forti.

Nelle foto, dall’alto verso il basso: momenti sereni tra Rabitti e de Franco, Luca Vecchi ascolta assorto Pierluigi Castagnetti, il possibile “candidato unitario” da sinistra Marco Massari, l’altro possibile “candidato unitario” di area cattodem Massimo Gazza, una massima di Osho sulle possibilità residuali di inciucione e uno scatto durante la Festa Pd al Campovolo quando ancora si sperava nelle consultazioni

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