Prato – Arriva la candidatura di Stefano Bonaccini a segretario nazionale del Pd, e a poche ore dall’ufficialità, con un post su fb, la consigliera regionale del pd pratese Ilaria Bugetti di area zingarettiana, che aveva manifestato non certo vicinanza politica al governatore dell’Emilia Romagna, scrive spiazzando tutti, di voler aderire al progetto politico dell’ex renziano Bonaccini.
“Ho avuto modo di apprezzare Stefano Bonaccini fin dal 2016 quando, lui come presidente nazionale e io come segretaria regionale, abbiamo iniziato a lavorare fianco a fianco in Aiccre, associazione dei Comuni e delle Regioni d’Europa. Mi ritrovo perfettamente nelle parole di Stefano quando dice che bisogna rifondare il nostro partito ma con tempi possibilmente brevi perché da subito è necessario ricostruire un’identità forte incentrata nei valori della solidarietà, dello sviluppo sostenibile e della riduzione delle disuguaglianze per rilanciare un’opposizione decisa ma rispettosa al governo.
Per tutto questo e per le capacità che ha dimostrato e sta dimostrando nell’amministrazione della sua regione, credo che Stefano sia il candidato giusto a guidare questa nuova fase del Partito Democratico e perché, conoscendolo, so bene della sua volontà di superare finalmente la logica delle correnti che tante ferite ha provocato fin dalla nostra fondazione, anche se so bene che non sarà affatto facile”.
Un post a cui ha fatto seguito un’altro sulla stessa linea della consigliera comunale ed ex renziana Monia Faltoni, considerata vicino a Bugetti. Sostegno scontato, invece, per Francesco Puggelli, sindaco di Poggio a Caiano e presidente uscente della Provincia: “Non ho dubbi: appoggerò il suo percorso fin da ora. Ho sempre ammirato Stefano, un politico e amministratore, per la sua concretezza e perché ha fatto la gavetta fin da quando era un giovane assessore del suo piccolo comune. Questa concretezza serve per proiettare il partito democratico verso un profondo rinnovamento. Con coraggio e rinnovato orgoglio. Ora in fretta verso il congresso. Un congresso vero che possa dare quella scossa al partito destandolo dal sonno dentro il quale sembra sia piombato. Bonaccini incarna bene a mio avviso lo spirito riformista e progressista del Pd di domani, un Pd che non vuole essere “la copia di mille riassunti”.
Un Pd che chiude con gli errori del passato e anziché perder tempo con le lotte fratricide fra correnti, dedica tempo alle persone, andandole a cercare fin nel più piccolo dei paesi di provincia e nelle periferie e le rimette al centro del discorso politico. Tutte le candidature che si sono palesate in questi giorni sono di spessore, ma vedo in Bonaccini la persona più adatta a guidare il Pd in questa fase. Perché sono sicuro che con lui il Pd smetterà di identificarsi “nell’anti-melonismo” e all’essere contro qualcosa o qualcuno, si conventerà sul fare. Sui temi, sulle idee, sulle battaglie: quelle che servono davvero alla gente.
Sui temi, sulle idee, sulle battaglie: quelle che servono davvero alla gente.Il Pd è nato come grande forza popolare di centrosinistra. Andiamo a riprenderci quello spazio. Ritroviamo orgoglio, rialziamoci e torniamo partito da combattimento. E poi rinnovamento della classe dirigente dando più spazio a chi si fa onore ogni giorno sui territori”.
Silenzio invece sulla candidatura Bonaccini da parte del segretario provinciale Marco Biagioni e del Sindaco di Prato Matteo Biffoni, che contrariamente al Sindaco Nardella si è espresso a favore in tarda serata. Biffoni è da sempre grande amico ed ammiratore di Bonaccini e non solo perchè è un bravo amministratore; molto probabilmente Biffoni spera che questo sia più che il tempo delle adesioni il tempo della politica ma soprattutto è intenzionato a capire dove vuole arrivare questo Partito Democratico.
Insomma quello che si intravvede da qui a febbraio è un Congresso ricco di incognite ma soprattutto di sorprese e nuovi posizionamenti. Intanto il duo Dario Nardella-Elly Schlein non è decollato, e così la Schlein dovrà vedersela da sola, (sempre che si candidi),contro la De Micheli e Bonaccini, ma c’è da aspettare il possibile “terzo incomodo” dell’area Andrea Orlando-Goffredo Bettini, purché arrivi in tempo! Perché adesso la parola d’ordine è fare in fretta. I sondaggi danno la Meloni in ascesa e con lei il centrodestra e se la sinistra vuole ricominciare a contare davvero nel Paese dovrà darsi più di una mossa.