PD, Livia Turco: cambio di generazione per difendere diritti vecchi e nuovi

L’ex ministra della salute ha preso posizione per Elly Schlein alla segreteria

All’indomani della sconfitta del centrosinistra alle regionali e alla vigilia delle primarie del Pd, impegnato in congressi e discussioni, raggiungiamo l’onorevole Livia Turco, già ministro per la solidarietà sociale nel primo governo Prodi, incarico mantenuto nei successivi governi D’Alema, D’Alema-bis e Amato-bis e in seguito ministro della salute nel governo Prodi II. Livia Turco ha preso posizione nei confronti dei due più significativi (a livello di consensi) contendenti la segreteria del Pd, Bonaccini e Schlein, a favore di quest’ultima.

Cosa l’ha spinta ad appoggiare la mozione Schlein e cosa si intende quando si parla di “novità” Schlein? 

“Sono sempre stata contraria al “nuovismo”, ho combattuto  la cultura della rottamazione prevalsa a sinistra nel decennio scorso, credo profondamente nel valore delle nostre radici  culturali e  resto legatissima alla esperienza nel PCI da cui ho imparato, tra le altre cose, che una dote preziosa della politica è saper ascoltare e capire le nuove generazioni. Ci sono generazioni che, per ciò che vivono e per il tempo storico  in cui si formano, possono essere interpreti e protagonisti  del rinnovamento dei valori costitutivi della sinistra. Sicuramente lo è la generazione di Elly  Schlein, quella che io amo chiamare “la generazione della precarietà”. Una generazione cui lei fa riferimento nella sua mozione” Bisogna tenere insieme diritti sociali e diritti civili. Giustizia sociale e climatica sono inscindibili.Vogliamo costruire un partito che tenga insieme queste lotte come fanno le mobilitazioni intrecciate delle nuove generazioni che si battono insieme per il clima e contro lo sfruttamento del lavoro, per i diritti e per superare il patriarcato. Così da costruire un ponte tra le migliori energie che ci sono già dentro il partito democratico e quelle che invece in questi anni si sono mobilitate fuori dalla politica spesso non trovando canali di dialogo e di condivisione delle battaglie comuni.”

Elly è una donna coraggiosa ed io voglio dare fiducia ad una donna coraggiosa. Oggi bisogna tornare a  tessere la catena tra le generazioni. Madri e figlie che si sono impegnate e si impegnano nella battaglia per la libertà femminile devono conoscersi e riconoscersi, riprendersi per mano, ricostruire un’alleanza. Abbiamo bisogno che “l’anello forte della solidarietà femminile”  metta in campo la forza del Noi, della politica che si prende cura delle persone. Abbiamo bisogno che lo sguardo acuto e profondo delle donne, quello che conosce la durezza delle discriminazioni, la fragilità dei corpi, la potenza del materno costruisca al contempo pratica politica ed un pensiero lungo sul mondo e sulla vita. Elabori un nuovo umanesimo a partire dalla dimensione relazionale ed interdipendente delle persone. Quella interdipendenza che ci lega gli uni e le une agli altri ed alle altre e che dobbiamo tradurre in nuova solidarietà, nella forza dei legami umani e comunitari e nella promozione della eguale dignità di ogni persona, ciascuna nella sua differenza. Elly per me rappresenta la possibilità di questo progetto. Di questa speranza”.

Uno dei problemi più forti, in particolare nelle ex regioni “rosse”, ma in generale nel Paese, sembra essere, per il Pd, quello della credibilità, secondo quanto emerso anche nelle assemblee territoriali del partito. Ritiene che Schlein possa essere la carta giusta, per contrastare questo sentimento diffuso fra gli stessi elettori del PD e in base a cosa gli stessi dovrebbero credere alla candidata?

La perdita di credibilità del PD risiede nel fatto di  essere diventato un partito di potere, arroccato nelle istituzioni , che ha perso legami sociali, che non ha fatto per primo e con determinazione battaglie fondamentali  come la lotta contro le povertà, per la dignità del lavoro, per la cura del clima per il riconoscimento reale della forza femminile. Per la dignità delle persone migranti. Elly, anche per la sua storia, non porta queste responsabilità, anzi, alcune di queste battaglie le ha condotte con coerenza e determinazione. Per questo quando parla di nuovo PD risulta credibile”.

Qualcuno sta ventilando il pericolo di scissione in caso di vittoria o di grande affermazione della Schlein. Cosa ne pensa?

“Credo che il pericolo di scissione non esista in caso di vittoria di ciascuno dei candidati. Stanno conducendo un confronto molto costruttivo, ridando senso alla partecipazione e dimostrando che il PD è l’unico partito che in questo momento di grandi difficoltà, vuole ritessere i legami con il suo popolo, ricreare una partecipazione attiva  ed elaborare in modo collettivo, a partire dalle differenze culturali e di storia personale un nuovo progetto politico. Di questo ringrazio Elly , Paola De Micheli, Stefano Bonaccini e Gianni Cuperlo”.

 Circa le eventuali, future alleanze, pensa che il rapporto con i 5stelle potrebbe diventare, con la segreteria Schlein, un abbraccio soffocante per il PD?

“Nella mozione di Elly Schlein non si parla di un rapporto preferenziale con i 5Stelle ma si afferma:” dopo il risultato del 25 settembre sarebbe irresponsabile che non si trovasse un terreno di battaglie comuni da fare insieme alle altre forze di opposizione a partire da grandi temi come il salario minimo su cui tutte le opposizioni hanno presentato proposte puntualmente rigettate dalla maggioranza e poi la difesa e il rafforzamento della sanità pubblica il congedo paritario le misure per affrontare la crisi energetica è l’emergenza climatica”. Dunque la priorità è partire dai problemi concreti per costruire una unità tra le forze di opposizione. L a priorità è alimentare un processo costituente, di dialogo con la società per costruire un nuovo PD”.

 In caso di sconfitta della mozione Schlein, aiuterà Bonaccini nel suo lavoro di ricomposizione del PD? Con la scelta di appoggiare Schlein, ha tenuto conto del fatto che per molti Bonaccini è figura di continuità, dunque in ultima analisi, poco credibile per il rinnovo del partito?

“Elly Schlein e tutti i canditati hanno ripetutamente affermato di voler collaborare tra loro  per costruire il nuovo PD e dare subito impulso alla costruzione di una concreta battaglia di opposizione a questa destra che abbandona i poveri ed i fragili, indebolisce la sanità e la scuola pubblica, incentiva l’evasione fiscale, non adotta misure per promuover l’occupazione, ha riproposto una politica disumana verso gli immigrati, denigra l’opposizione anche attraverso comportamenti non coerenti con il rigore istituzionale come è avvenuto sul caso   e della lotta contro la mafia”.

Infine, una domanda sulla sanità italiana, in particolare ricordando il suo ruolo importantissimo come ministro alla salute. Una sanità che sembra essere spinta sempre più nelle braccia di privati e terzo settore. Secondo lei, il PD potrebbe diventare una sponda importante nell’assicurare una sanità nazionale e accessibile a tutti? Oppure è ormai un sogno tramontato, dal momento che tutti ripetono che il Paese non ha risorse né professionali né finanziarie per poterselo permettere? 

“Prima di tutto la salute è ciò che si dicono le persone, ciò che auspichiamo ciascuno di noi. Battersi per un sistema sanitario pubblico universalistico e solidale è un dovere per la sinistra. Sanità pubblica e scuola pubblica, lotta contro la povertà minorile sono costitutive della identità e della funzione della sinistra. Fa parte della storia della sinistra e del cattolicesimo democratico. La salute come diritto individuale e come “bene comune” per promuovere una società in salute.

Ed allora oltre ad investire sul Servizio Sanitario Nazionale, Universalistico e Solidale, bisogna agire sui “determinanti della salute”: l’ambiente, il lavoro, il reddito ,la formazione. Fattori che influiscono sullo stato di salute delle persone e creano le diseguaglianze nella salute. L’esperienza drammatica nella pandemia dovrebbe avere insegnato che non basta la sanità degli ospedali nelle città ma serve una sanità di prossimità sempre più territoriale, domiciliare. Una visione nuova che avvicini la risposta a dove le persone esprimono il bisogno di cura. Grazie agli investimenti del PNRR si potrà rendere capillare la presenza di Case della Comunità. Ma servono risorse e formazione per assicurare che al loro interno operatrici, operatori sanitari sociali, medici di medicina generale, pediatri, psicologi, assistenti sociali e saperi del terzo settore possano lavorare in sinergia come equipe multidisciplinare in grado di assicurare una presa in carico più piena dei bisogni delle persone. Dobbiamo investire di più nel settore pubblico allineando gli stanziamenti per il fondo sanitario nazionale con la media europea, per ammodernare gli ospedali, potenziare l’offerta diagnostica e valorizzare i professionisti della sanità superando i tetti alla spesa del personale.

Aumentare i posti di specializzazione e l’offerta didattica della facoltà di medicina, investire sull’assistenza domiciliare integrata per le persone anziane e non autosufficienti, sui presidi socio sanitari territoriali, per la salute mentale e le tossicodipendenze. Bisogna costruire un Welfare di Prossimità che rilanci l’applicazione della legge quadro sui servizi sociali, la legge 328/ 2000  al fine di costruire una rete integrata di servizi sociali e per realmente integrare l’intervento sociale con quello sanitario ed offrire il più possibile una risposta di prossimità cioè domiciliare. Per fare questo  è necessario che insieme al pilastro della sanità pubblica ci sia il welfare sociale ed è fondamentale coinvolgere nei processi di cura, di presa in carico delle persone la rete di relazioni di comunità , l’impegno del terzo settore del volontariato .L’obiettivo è quella della promozione del benessere delle persone e quindi di stili di vita salutari affinché le persone possano guadagnare in salute”. Conclude Livia Turco: “Bisogna promuovere una solidarietà tra le generazioni: giovani e anziani insieme.

La solidarietà tra le generazioni deve essere un modo di guardare alla vita, di costruire la società e di promuovere le politiche. In un paese a natalità zero e con un alto tasso di persone anziane è obbligato costruire un incontro tra le generazioni, fare sì che ciascuna stagione della vita sia interamente vissuta Bisogna riscoprire quello che ci hanno insegnato le battaglie delle donne nel corso degli anni: il valore del tempo della vita. La vita è un ciclo scandito in diverse stagioni: l’infanzia e l’adolescenza ,la giovinezza, l’età centrale, l’età anziana. Ciascuna stagione della vita ha un suo valore, una sua peculiarità che deve essere interamente vissuta. La pandemia ci ha invece dimostrato che proprio le la fase dell’età dell’infanzia e dell’età anziana sono quelle più penalizzate, sono quelle meno riconosciute e tutelate. Non è possibile avere una visione della vita in cui conta solo la fase centrale, quella produttiva. Bisogna riprendere la politica dei tempi della vita anche a partire da una riduzione dell’orario di lavoro e per poter conciliare tempo di lavoro, tempo della cura, tempo della formazione, tempo per sé, tempo dedicato agli altri/e. La qualità del tempo di vita è parte integrante del diritto alla salute, è parte integrante della dignità della persona, è parte integrante della promozione del benessere delle persone”.

in foto Livia Turco

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