
“Quanto emerge anche oggi sui giornali relativamente ai benefit dei top
manager Iren fa riflettere. Non sono tanto gli importi o il tipo di auto aziendale il focus. Il punto è che l’azienda continua ad ignorare, fatte salvo alcune tardive
e non sufficienti aperture, le indicazioni di sobrietà avanzate da
diversi anni dai soci pubblici reggiani. La verità è che l’azienda non risponde agli input della proprietà e in larga misura si autogoverna. Questa situazione non è più tollerabile per quanto mi riguarda”: il post facebook non appare sul profilo di un qualche esponente del Comitato Acqua Bene comune ma direttamente su quello di Giacomo Bertani Pecorari che è il responsabile economia della segreteria del Pd provinciale.
Insomma un atto di accusa con tutti i crismi della rottura almeno ideale che difficilmente non avrà conseguenze e che scaturisce da un recente articolo del Carlino sugli immutati benefit che i super manager Iren continuerebbero a percepire anche sotto forma di bene materiali.

Sulla strada del dibattito sulla ripubblicizzazione dell’acqua (imminente la presentazione ufficiale dello studio fatto commissionare dall’assessore Mirko Tutino e che sarà illustrato entro la prima decade di giugno all’assemblea dei sindaci), l’incidente diplomatico virtuale, potrebbe avere il suo peso.