Prato – Pubblico delle grandi occasioni per l’esponente del partito democratico Antonello Giacomelli, vicepresidente commissione vigilanza Rai e componente IX Commissione (Trasporti, Poste e Telecomunicazioni), quello che si è visto ieri sera presso lo spazio Ex Fabrica a Prato.
In tantissimi tra militanti,simpatizzanti e semplici cittadini hanno assistito alla sua “intervista pubblica”, condotta da Gianni Rossi direttore dell’emittente televisiva Tv Prato e da Davide Allegranti giornalista de il Foglio. Il titolo dell’iniziativa “La Politica, La Toscana, Prato”, è stata organizzata dal Partito democratico, per un bilancio su ciò che è stato fatto in questi anni di governo, le prospettive della legislatura appena iniziata e anche sulla situazione di Prato e della Toscana.
Dopo i saluti del segretario del Partito democratico locale Gabriele Bosi, è stato invitato sul palco il Sindaco di Prato Matteo Biffoni che ha sottolineato l’importanza dell’incontro politico anche in funzione delle prossime tappe elettorali (le amministrative e regionali) in un momento delicato per il futuro del Paese perché ad esempio i Sindaci, come anche il Presidente ANCI, cosa mai accaduta prima, ad oggi non sono stati ancora ascoltati né ricevuti dal ministro in carica.
Si entra poi subito nel vivo della politica nazionale e sulla responsabilità che avrebbe il Partito Democratico circa il parere negativo all’offerta del Movimento 5 Stelle per formare un governo dopo le elezioni del 4 marzo, da cui ne è scaturito uno a trazione destro-leghista alla guida del Paese.
“Io non ho questa opinione – ha affermato Giacomelli – Casaleggio non esprime un concetto personale, ma una visione che è il superamento della democrazia così come Salvini esprime una visione profondamente ostile all’Europa e se queste sono le condizioni, il dialogo non è possibile. Dobbiamo elaborare i motivi della sconfitta e comprendere le ragioni dell’elettorato che non è razzista, ma che non si è sentito più parte integrante di un sistema economico e sociale e si è espresso a favore di partiti antistema”.
Sul tema della migrazione, Giacomelli ha detto che “il migrante non può essere un problema come vuol farci credere Salvini, questa è una tesi che non possiamo accettare perché non saremmo noi stessi. Questa non è un’invasione, poche migliaia di persone che arrivano in Europa non sono un’invasione, ma l’esodo ci sarà se le condizioni di miseria, guerra e povertà continueranno. Il PD non può competere su questi temi con Salvini che vuole cacciare in mare della gente che chiede di vivere una vita normale.”
Sul Pd Giacomelli ha spiegato che “il partito è in difficoltà (ma non per Martina) e la sua crisi profonda riguarda tutte le forze della sinistra anche culturali che stanno dentro a una cornice europea. La sconfitta elettorale non si spiega perché i quattro anni di governo con Renzi prima e Gentiloni poi sono stati segnati da riforme e cambiamenti produttivi e impegnativi come in nessun’altra stagione”.
La sconfitta elettorale secondo Giacomelli è una conseguenza anche del mercato globalizzato a cui “non ha fatto riscontro la nascita di un sistema di governo sovranazionale perché le istituzioni sono fondamentali per temperare il mercato e oggi non c’è alcun governo che può trattare con Google”. Non manca all’appello l’impoverimento del ceto medio, che , “privato di prospettive e impaurito per il futuro,ha portato ad esempio in America alla vittoria Donald Trump, a risultati straordinari la Le Pen in Francia, alla nascita dei governi quasi neonazisti vicino ai nostri confini”.
L’esponente dem è tornato anche sul referendum costituzionale del 4 dicembre: “Lo rifarei ma diversamente e penso che anche Renzi sarebbe d’accordo su una diversa impostazione perché è una riforma troppo importante e bisogna ridargli un percorso, soprattutto dopo le dichiarazioni di Casaleggio che profetizza entro pochi anni la fine della democrazia rappresentativa.”
Giacomelli ha risposto a domande sull’ex segretario del Pd: “Non vedo all’orizzonte altre leadership – detto – non vedo altre visioni politiche, come avvenne invece con Renzi, che ad esempio fece la battaglia sull’art.18, anche se non vedo per lui una ricandidatura al Congresso, ma credo che sia giunto il momento di affrontare le difficoltà per aprirsi all’elettorato e dare risposte. Ricostruire insieme un progetto di governo capace di parlare alla mente e al cuore degli italiani per smontare la cappa nera di angoscia e paura che si è creata”.
L’invito di Calenda “sciogliete il pd e venite tutti qui nel fronte repubblicano che noi coordiniamo”, non piace a Giacomelli. Non gli piace l’idea di un gruppo politico che metta tutti insieme e che va da Fratoianni a Brunetta, perché “bisogna ripartire dal partito democratico, senza ulteriori scissioni o divisioni.”
Sulle politiche del lavoro elogia quanto fatto dal governo Renzi perché “sono state create le condizioni di poter scegliere dove avviare un’impresa, dove creare opportunità di ricchezza e lavoro in un clima per il nostro Paese di concorrenza attraente,spostando l’attenzione sui diritti della persona e non sulle categorie in cui l’attività può esercitarsi”. Intanto riconosce a papa Francesco il merito di essere, l’unica autorità morale che si oppone oggi al pensiero unico del mercato inteso come affermazione esclusiva del soggetto,che poi è un sistema che uccide.”
Sull’ innovazione ad esempio quella del 5 G,apprezzata dal ministro Di Maio, dice poi che l’Italia ha recuperato un grande ritardo, ma che “occorre un approccio come sistema Paese e si devono superare gli schemi politici perché è in gioco il futuro stesso del Paese”.
Sui prossimi appuntamenti elettorali in Toscana previsti l’anno prossimo a Firenze e Prato, infine, Giacomelli si è detto convinto che non c’è un problema sulle classi dirigenti locali che hanno sempre lavorato bene: “La Toscana ha fondato il proprio benessere su tre fattori: forza dei distretti e delle piccole imprese, il credito legato ai territori, la forza dei comuni che con le risorse creavano investimenti, ma ora nessuno di questi fattori è rimasto. Il Pd si è attardato a dare risposte a una regione che deve elaborare un nuovo sistema di sviluppo. Sono fiducioso purché si affrontino i problemi facendosene carico.” E sulla ricandidatura di Matteo Biffoni a Sindaco di Prato conferma non sbilanciandosi oltre quanto già detto in un precedente incontro: Non è l’unica scelta possibile ma la migliore.”
Foto in alto da sinistra Gianni Rossi,Gabriele Bosi,Antonello Giacomelli,Matteo Biffoni e Davide Allegranti