Firenze – La collocazione della moschea di Firenze resta un grande tema aperto. Un tema che, come è noto, ha coinvolto nelle ultime settimane anche Renzi, che è intervenuto per stoppare con un no “tecnico” l’ipotesi ventilata dal sindaco Dario Nardella, di utilizzare l’ex-Caserma Gonzaga. Sfumata questa possibilità, tuttavia la stessa struttura potrebbe essere presa in seria considerazione per farne il centro di preghiera nel periodo del Ramadan, ma anche questa decisione ha sollevato polemiche. Così, in merito alla questione “moschea”, il segretario PD metropolitano di Firenze Fabio Incatasciato ha convocato questa mattina un incontro col Gruppo Pd del consiglio metropolitano in Palazzo Medici Riccardi. Oltre al sindaco Nardella , si sono presentati i sindaci di Bagno a Ripoli, Impruneta, Signa, Lastra a Signa, i cinque Presidenti di Quartiere, il Segretario cittadino del PD Massimiliano Piccioli e quello di Scandicci Fausto Merlotti; è intervento anche il sindaco di Calenzano, Alessio Biagioli, consigliere metropolitano e ora in MdP.
La valutazione finale, affidata a una nota, dell’incontro è stata positiva, in particolare per quanto riguarda la messa a punto di “un’unica linea di lavoro in futuro su un tema così importante nei rapporti tra la comunità islamica e la Città metropolitana”.
Fra i punti messi in chiaro, due sembrano particolarmente importanti: da un lato, che qualsiasi sia il luogo individuato per il Ramadan, non avrà nessun carattere di investitura per una soluzione da individuare in futuro e sarà invece solo occupato per il mese di preghiera; dall’altro, che, “nelle prossime settimane, a partire dalla fine del Ramadan”, il Partito democratico con gli amministratori presenti all’incontro di stamane, ha in animo di incontrare “tutti i rappresentanti della comunità islamica, a partire dall’Imam Izzedin Elzir, per capire, valutare e intervenire su tutte le soluzioni territoriali possibili sui territori e gli edifici disponibili nel capoluogo e nei comuni metropolitani”.
Ed ecco alcuni altri punti, così come elencati dalla nota diffusa a seguito dell’incontro. Si parte dal necessario impegno “di tutti i territori” nell’affiancamento della comunità islamica per rinvenire tutte “le soluzioni possibili per definire una volta per tutte un luogo dove poter istituire un centro di preghiera adeguato alle esigenze di un numero sempre più grande di fedeli (oltre 25 mila dagli ultimi dati) presenti nell’area metropolitana fiorentina”
Del resto, si legge nella nota, “il tema della futura Moschea, da troppi anni relegata a soluzioni temporanee”, non è “un problema da scansare, ma una straordinaria occasione di integrazione e una risposta a migliaia di stranieri che hanno scelto la nostra città per vivere e lavorare”. Punto fermo da cui partire, quel Patto di cittadinanza firmato dal sindaco Nardella con Izzedin nel 2016, “dove si individuavano per la prima volta in modo chiaro i punti fondamentali su cui costruire un percorso di convivenza tra comunità differenti all’interno della città”.
Inoltre, è stato “condiviso” un dato di fatto: le varie ipotesi di soluzione che il sindaco Nardella ha via via lanciato negli ultimi due anni, “per molte ragioni, esterne alla volontà di amministratori e partito, non hanno trovato soluzione: dall’aula bunker del centro storico alle localizzazioni prima di Varlungo e poi nel Quartiere 3. Tra queste, la collocazione nella caserma Gonzaga, era solo un passaggio per trovare risposta all’imminente Ramadan”.
Anche le preoccupazioni degli amministratori e del PD di Scandicci, “da sempre per altro impegnati nel tema dell’integrazione straniera sul proprio territorio”, hanno trovato accoglienza, in particolare per quanto riguarda la valutazione “della complessa e difficile” soluzione che guarderebbe a San Giusto, vale a dire, a un luogo “attraversato da molto traffico e periferia complicata per molte ragioni infrastrutturali”.
“Abbiamo fatto ripartire un lavoro importante mettendo assieme amministratori e Partito – dice il segretario Incatasciato – per definire nei prossimi mesi tutte le soluzioni possibili. Questo della Moschea è un tema a cui dobbiamo dare risposta se vogliamo davvero una città fondata sull’integrazione, ma è anche un tema tutto metropolitano, dove col lavoro di tutti i nostri amministratori si possono trovare soluzioni adeguate e definitive. Da troppo tempo, nonostante le molte proposte del sindaco di Firenze, se ne sta parlando. Per il PD fiorentino questa è una priorità, ovviamente da costruire con la partecipazione dei cittadini e di tutti i soggetti coinvolti”.
Foto d’archivio