Pd bla bla bla 3 Che la scissione non sia a catena (come in fisica nucleare)

842fcb4b-d959-4d01-89e6-0125ab4a2693_largeSono ore non banali per la nostra comunità politica, non tutto il Pd è quello di Reggio. Mi riferisco a tutti noi, perché se in questi tre anni e mezzo, tra le turbolenze che anche noi rileviamo, siamo riusciti a dare l’idea di un gruppo coeso questo è un merito collettivo.

Questo partito è stato il crocevia incisivo delle questioni principali che hanno interessato questo territorio. Questioni che sono diventati fatti che hanno riguardato l’attività amministrativa dei nostri comuni e di cui ha beneficiato il territorio.

Penso al lavoro intenso che abbiamo fatto sulla sanità, penso al tema del riordino istituzionale, penso alle crisi delle cooperative, penso alla questione della legalità, l’effetto della coesione che siamo riusciti ad esprimere ha determinato la tenuta complessiva del nostro sistema locale. Se tutto il Pd fosse quello che stiamo sperimentando qui con la fatica di ognuno, ci troveremmo a discutere di altre questioni a livello nazionale. Così non è.

In attesa della direzione nazionale, come Segreteria provinciale, abbiamo consegnato ai vertici di questo partito una richiesta di unità. E’ l’ultimo appello in ordine di tempo che questo territorio avanza affinché non si produca quello che si sta invece determinando: una frattura. Abbiamo ancora qualche ora davanti perché questa non si concretizzi. Una scissione che farebbe male all’idea di Pd che abbiamo in testa perché se scissione sarà, saremo una comunità politica più povera. Di fronte allo spaesamento dei nostri militanti a noi toccherà raddoppiare gli sforzi proprio per quelli che ci dicono “stiamo assistendo al suicidio di una idea politica incarnata in questo partito”.

Raddoppiare gli sforzi significa andare ancora in mezzo alla gente. Stiamo facendo decine di assemblee per par parlare di lavoro sicurezza e immigrazione e due domande ritornano costanti: non vi sentite fuori sincrono a fare una campagna di ascolto su questi temi quando non si sa per conto di quale partito parlate? E ancora, venite a parlare di lavoro immigrazione e sicurezza mentre ogni 3 secondi c’è un’agenzia che dice che state implodendo? Io rispondo dicendo che proprio in momenti come questi che c’è il dovere di andare tra la gente e ascoltare le persone, per far vedere che c’è un dibattito nazionale che sembra voler far tramontare l’idea di questo patito e c’è poi una esperienza locale fatta da donne e uomini che battono il territorio palmo a palmo perché vogliono tenere in vita quell’idea di partito. Penso che sia un nostro dovere.

Il Pd è un luogo pluralista e di confronto vero e questa idea noi la vogliamo tenere in vita anche se qualcuno esce dal partito. Da queste parti quell’idea la si sente un po’ di più, si ha esperienza lunga su cosa significa essere un partito. Da Reggio devono arrivare spunti importanti, contributi su tante questioni che ci pone la gente.

Parlare e riflettere su di noi è un esercizio che dobbiamo fare nella misura in cui questo può essere utile a dare risposte alla gente e alle nostre comunità.

Uscire dall’autoreferenzialità che ha stregato buona parte del gruppo dirigente nazionale è un dovere.

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