Dopo le Europee il Pd sceglierà i suoi segretari regionali. In Emilia-Romagna ad oggi solo una cosa è certa: Stefano Bonaccini apre alla propria successione. Il segretario uscente, nonché responsabile nazionale Enti locali del Pd, ha deciso infatti di non ricandidarsi al congresso regionale che si terrà a giugno. “Non mi ricandiderò al congresso. Un conto era alcuni mesi fa, in un momento straordinario in un quadro di impegni che si accavallavano l’uno all’altro”. Ora la situazione è cambiata. “Col ruolo nazionale che ho assunto, alla luce del fatto che sto provando a seguire queste elezioni così importanti – dice – credo sia giusto dopo quattro anni e mezzo andare al cambio”.
Bonaccini non sponsorizza una candidatura unitaria per la sua successione. “I candidati unitari possono andare bene quando c’è davvero la condivisione piena – dice – altrimenti è giusto poter avere più candidature come successe in maniera molto positiva quando mi candidai io e come è quasi sempre accaduto”. Bonaccini sembra ora proiettato sulle regionali 2015 (è uno dei nomi in campo per il dopo Errani) ma potrebbe anche rimanere al livello nazionale del Pd.
A proposito di candidati alla successione, Gianni Cuperlo, leader nazionale della minoranza interna del Pd, ha le idee chiare: “Credo che Andrea De Maria sarebbe un bravissimo segretario regionale, poi io non faccio testo perché gli farei fare tutto. È giusto che sia il partito regionale a scegliere, ma personalmente non avrei dubbi”.
Intanto, l’area civatiana ha già espresso un candidato: Antonio Mumolo, che sta già incontrando cittadini, iscritti e non, nelle città emiliane e romagnole.
De Maria dal canto suo chiede che il congresso regionale non sia “il secondo tempo delle primarie dell’8 dicembre” bensì venga preceduto da una conferenza programmatica, perché “la riflessione sul congresso non può essere divisa da quella sul presidente della Regione”.
Bonaccini invita tutti però a “tenere la testa sulle prossime scadenze elettorali, le “Europee con il rischio deriva populista, e le amministrative. La testa deve essere concentrata lì, al segretario regionale ci penseremo dopo, perché da nessuna parte abbiamo vinto prima di combattere. È una strada che non è per nulla banale perché una destra divisa rischia di consegnarci un ballottaggio col Movimento 5 Stelle. I rischi ci sono e dobbiamo fare in modo di vincere al primo turno”.