Pazienti più consapevoli e meglio assistiti l’obiettivo della sanità toscana

Cittadini sempre più consapevoli delle cure alle quali si sottopongono ed una sanità regionale calibrata sui reali bisogni dei pazienti. Queste le linee guida della sanità toscana esposte, negli scorsi giorni, dall’assessore regionale al Diritto alla salute, Daniela Scaramuccia. «Se, oltre ai medici e agli operatori sanitari, è il cittadino stesso ad acquisire competenza e conoscenze sui temi della qualità e della sicurezza delle cure – ha chiarito Scaramuccia – è l’intero sistema sanitario a guadagnarci La Regione Toscana ha sempre puntato sulla trasparenza e sul coinvolgimento attivo dei cittadini. La costituzione dell’Accademia del cittadino è un passo ulteriore in questa direzione. È importante il riconoscimento di cittadini esperti come interlocutori “certificati” delle aziende sanitarie». Il GART (Gruppo dell’Accademia del Cittadino della Regione Toscana) è un organismo regionale che è stato istituito grazie ad una delibera della Giunta regionale e svolgerà funzioni di supporto per le attività di formazione di cittadini informati e competenti. Il GART supporterà le attività del Centro Regionale per la Gestione del Rischio Clinico e collaborerà con la Regione Toscana in merito alle attività dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) per la “global alliance of patients for patient safety”, un progetto partito già nel 2009. Ma se i cittadini devono essere sempre più consapevoli delle cure alle quali si sottopongono, la sanità deve andare incontro al cittadino. A questo, ha spiegato l’assessore Scaramuccia, serve il modello dell’«ospedale per intensità di cure», come viene definito. Presentato durante un convegno, svoltosi ieri, 3 febbraio, a Villa La Quiete alle Montalve, il progetto «ospedale per intensità di cure» è un nuovo modello organizzativo sul quale la Regione lavora dal 2005 per tentare di adattare il servizio sanitario regionale alle reali esigenze dei pazienti toscani. «Il modello dell’ospedale per intensità di cure – ha spiegato l’assessore al Diritto alla salute – ci ha consentito di trasformare e portare al passo con i cambiamenti intervenuti in sanità, un sistema che è stato per anni il punto di riferimento dell’assistenza ospedaliera: quello del reparto organizzato per specialità, che ruotava attorno al primario. La sfida, ora, è sul metodo più che sul modello: ricordare quali sono gli obiettivi che ci siamo dati, e misurare costantemente se li stiamo raggiungendo. Quello che più mi piace dell’ospedale per intensità  di cure è il fatto che mette al centro il paziente». Sebbene nella prima fase, sperimentale, della sua applicazione il progetto abbia mostrato sensibili differenze fra le metodologie utilizzate dalle varie Asl regionali, l’obiettivo è quello di organizzare le cure di modo che il paziente venga assistito sempre più sulla base dei suoi bisogni. «Ridisegnare i processi ospedalieri – ha concluso l’assessore Scaramuccia – ci consente anche di affrontare le problematiche legate all’appropriatezza delle cure e all’allocazione delle risorse e i risultati già si vedono».

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