Pistoia – Un collare di ferro al collo con punte conficcate nella carne viva. E’ questa la scena agghiacciante cui si sono trovati davanti gli operatori dell’Enpa che, su segnalazione, sono giunte in un allevamento della montagna di Pistoia per un controllo. Infettata e rosa dalla febbre fortissima, una cagna meticcia di pastore tedesco, ridotta in quello stato perché, secondo quanto risposto dal proprietario alle richieste di chiarimento dell’Enpa: “troppo vivace”. E così, la povera bestia era stata “incaprettata” a un collare che, vero e proprio strumento di tortura, quanto più lei si agitava per liberarsi, tanto più si stringeva mandando le punte di ferro a sprofondare nella carne viva. L’allevatore, oltre alla nota sul carattere del cane, avrebbe anche aggiunto che era “della figlia”.
Lilla, questo il nome della meticcia, emanava un odore nauseabondo per l’infezione che l’ha assalita come effetto del trattamento. Gli operatori dell’Enpa hanno telefonato immediatamente alla Polizia Municipale, che ha prelevato Lilla portandola al Canile municipale sanitario di Pistoia e operarlo con la massima urgenza, vista anche la febbre che la divorava.
L’ente nazionale di protezione animali ha anche deciso di costituirsi parte civile nel procedimento penale che ci sarà contro l’allevatore e la figlia cui è intestato l’animale. Inoltre, l’Enpa si è resa disponibile ad intitolarsi la proprietà del cane per trovargli un’adozione, nello stesso tempo promuovendo una confisca per spazzare il campo da ogni più piccola possibilità che il cane possa tornare in mano alle stesse persone. Inoltre, come si legge nel comunicato dell’ente, si adopererà anche per “la tutela dell’altro cane ancora in possesso dell’allevatore e degli altri animali da reddito presenti nell’allevamento”.