Direi.. che intanto abbiamo di fronte persone civili che si organizzano e vanno a rivendicare, chiedere un miglioramento delle loro condizioni. Lo fanno in modo civile come lo farebbe un comitato di cittadini o un sindacato. Non conosciamo bene le loro rivendicazioni ma penso che si sia discusso di permessi di soggiorno e anche di cibo. Non vedo lo scandalo. Il permesso di soggiorno per un migrante è come l’ossigeno. Della qualità del cibo mi vien da dire che a Reggio Emilia in molti si preoccupano dell’alimentazione di cani, gatti e pappagalli e poi per una città che organizza festival dello street food dovrebbe essere normale discutere della qualità del cibo….
Ma penso che il tutto non sia riconducibile a questo, probabilmente vi è un malessere crescente e va colto, per tempo, se vogliamo evitare situazioni ben più eclatanti, e in questa ottica, la Questora ha fatto un gesto rilevante ricevendo una delegazione meglio di qualunque assessore o sindaco.
Una domanda si pone spontanea: oltre alla Prefettura e alla cooperativa Dimora di Abramo chi si occupa di loro? Esiste un tavolo di coordinamento che metta assieme circoli, associazioni, sindacati e Istituzioni al fine di assicurare un inserimento nella vita civile della città? Se l’intera Europa si sta confrontando sul tema, a Reggio Emilia chi governa come intende discuterne, con la superficialità di alcuni post che abbiamo letto o vuole mettersi davvero ad aprire una fase nuova ove accoglie le giuste preoccupazioni di molti cittadini ma indica anche prospettive?
Se avremo a che fare con queste dinamiche per lungo tempo, la città come si sta attrezzando?