Passante TAV Firenze, la lettera di associazioni ambientaliste e comitati

Firenze – Una lettera con la segnalazione di una serie di anomalie e criticità nei lavori del Passante Tav a Firenze è in procinto di essere inviata ai ministri del governo della Repubblica da Italia Nostra, Legambiente, la Rete dei Comitati in difesa del Territorio e i cittadini del Comitato No Tunnel TAV. Oltre ai ministri interessati, la lettera giungerà sul tavolo della Corte dei Conti, della Procura della Repubblica, dell’Autorità Nazionale Antimafia. Fra le maggiori criticità segnalate, la più rilevante, almeno a detta dei portavoce degli scriventi, è l’aumento vertiginoso dei costi. Aumento cui “nessuno vuole prestare attenzione, ma che si sta trasformando in un sostanziale furto di enormi risorse pubbliche”, segnalano Comitati e Associazioni.

In buona sostanza la lettera, firmata da Alberto Asor Rosa, presidente onorario della Rete dei Comitati in Difesa del Territorio, Luigi Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente ONLUS, Marco Parini, presidente di Italia Nostra, Tiziano Cardosi, presidente dell’associazione No Tunnel TAV di Firenze, ha lo scopo di “portare alla conoscenza di codesti ministeri alcuni fatti, legati alla realizzazione del Passante TAV di Firenze, che riteniamo gravi e da sottoporre a controlli severi”.

I fatti in questione consisterebbero nelle “gravi anomalie” verificatesi, secondo comitati e associazioni, sul fronte dei costi dell’opera, ritenuti “allarmanti e fuori controllo”.

“Abbiamo verificato – si legge nella lettera – che nel bilancio 2013 della società Nodavia, incaricata di realizzare l’opera, risultano richieste di riserve tali da generare, se accolte, un aumento di cinque volte i costi preventivati”.

I dati emergerebbero dal bilancio della Nodavia, redatto alla metà del 2014, come riportato nella “Relazione sulla gestione”. Ed ecco l’escalation descritto nella missiva: “ll valore delle opere realizzate al 31 dicembre 2014 era pari a € 209,179,654; di questi importi, circa 90 milioni sono relativi alla realizzazione del “Lotto 1” o “scavalco di Castello” (infrastruttura già realizzata), per cui il valore delle opere relative al “Lotto 2” (il Passante vero e proprio, tunnel e stazione) sarebbe di circa 120 milioni di euro; nel paragrafo relativo alle “Riserve”, cioè ai maggiori costi dichiarati dal costruttore, si contabilizzano spese oltre il valore concordato dell’opera: al 31 ottobre 2013 di € 421.384.866 (oltre 421 milioni); al 30 aprile 2014 di € 528.184.977 (oltre 528 milioni); in soli 6 mesi le riserve risulterebbero perciò cresciute di oltre 100 milioni con cantieri molto rallentati”.

A parte i motivi addotti dalla società Nodavia per dar conto dell’aumento dei costi, la vera anomalia, secondo comitati e associazioni, starebbe nel fatto che “il committente (RFI, cioè le Ferrovie dello Stato) non abbia imposto l’arresto dei lavori che non potevano proseguire per mancanza di autorizzazioni e per il sequestro di fresa e altri materiali da parte della magistratura fiorentina all’inizio del 2013. Nel novembre 2014 abbiamo denunciato pubblicamente questa anomalia – si ricorda nella lettera – ma il nostro allarme è caduto nel vuoto e nel silenzio assoluto della politica”.

Non solo: ciò che non convince gli scriventi è anche il fatto che, alla fine del 2014, si sia avuta “addirittura una accelerazione nei lavori prevedendo l’abbassamento del livello della stazione AV di 5 metri con la rimozione di circa 30.000 metri cubi di terre che vengono peraltro trasportate con mezzi su gomma e non con treni”. Con un  aumento di quella massa di terre provenienti dai tunnel e contaminate di additivi che, non potendo essere utilizzate per ripristino ambientale, come inizialmente previsto, potrebbero essere conferite in discarica. Circa tre milioni di metri cubi di terre di scavo che aggiungerebbero un ulteriore vertiginoso aumento dei costi.

Fatte le premesse, ecco le richieste che associazioni e comitati rivolgono ai ministri competenti: al ministero delle infrastrutture e trasporti, si chiede di “valutare la totale inutilità del Passante TAV per il servizio dei treni in quanto ad oggi passano già dal nodo fiorentino circa 190 treni AV senza avere rilevanti problemi; al contrario, anche se in Toscana il livello di qualità del materiale rotabile è tra i migliori, resta pur sempre insufficiente, mentre molte linee hanno necessità di potenziamento e velocizzazione”. Fra le linee che abbisognano di interventi infrastrutturali importanti, cui si potrebbe giungere attingendo alle risorse impegnate nella costruzione del Passante, sono citate la Pontremolese, Tirrenica, Pistoia Viareggio, elettrificazione Empoli-Siena e Faentina. Inoltre, c’è da contare anche “le numerose difficoltà tecniche” che gravano sul progetto, che rischiano di rendere lunghissimi i tempi di realizzazione del Passante stesso.

Al ministero dell’economia, “che controlla al 100% le Ferrovie dello Stato Italiano”, i cittadini si rivolgono affinché compia una verifica: se la gestione delle risorse attuata dalla società corrisponda alla “dovuta oculatezza, vigilando adeguatamente sull’andamento dei costi nei cantieri”.

Per quanto riguarda il ministero dell’ambiente invece,  la richiesta presente nella lettera riguarda l’annoso problema delle terre di scavo. Serve una soluzione, dicono comitati e associazioni, che “attesti definitivamente che, essendo esse contaminate secondo tutte le normative dei rifiuti, non potranno mai essere utilizzate per risanamento ambientale”. Inoltre, si segnala nella missiva, “manca l’autorizzazione paesaggistica di tutto il progetto e la VIA (Valutazione d’Impatto Ambientale) per la stazione AV sotterranea (infatti l’unica VIA esistente riguardava una stazione collocata in altro sito e non su luogo dell’attuale stazione Foster): queste carenze trasformano i cantieri fiorentini in enormi abusi edilizi che il Comune di Firenze per ora non ha ritenuto di sanzionare”.

E’ chiamato in causa anche il ministero dei Beni culturali, affinché intervenga “sull’assenza di autorizzazione paesaggistica e riconosca i rischi enormi che corre il patrimonio immobiliare e culturale di Firenze, in particolare importanti monumenti come la Fortezza da Basso, la Porta San Gallo, l’arco dei Lorena e il laboratorio di restauro dell’Opificio delle Pietre Dure (il delicato e sofisticato sistema di climatizzazione sarebbe stravolto dall’impatto sulla falda dei tunnel se mai venissero costruiti)”.

Infine, la lettera si rivolge al presidente dell’Anac “perché verifichi gli abnormi aumenti dei costi che stanno verificandosi anche dopo il subentro di Condotte s.p.a. a Coopsette nel contraente generale Nodavia”.

Richiesta finale: abbandono del progetto e valutazione dello scenario predisposto, assieme all’Università di Firenze, dalle associazioni per quanto riguarda il sistema dei trasporti pubblici nell’area fiorentina. Un disegno globale che vedrebbe nella rete ferroviaria esistente la spina dorsale di un efficiente trasporto pubblico su ferro, con la previsione “di razionalizzare il sistema di stazioni e di dedicare una coppia di binari di superficie ai treni AV in modo che le interferenze con il servizio universale siano ridotte”. Un sistema che consentirebbe, secondo gli scriventi, di “destinare le risorse economiche attualmente impegnate nel sottopasso a questi progetti di superficie creando molti posti di lavoro, risolvendo molti problemi trasportistici oltre ad avere tempi realizzazione modesti”.

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