Firenze – Una semplice domanda, ma la risposta è molto più complicata, addirittura sibillina. Si tratta del rinnovo dell’autorizzazione paesaggistica che riguarda il tunnel fiorentino della Tav, quello che, fra le altre cose, passerebbe a pochi metri dalle fondamenta della Fortezza da Basso, per intendersi. Una vicenda complicata e per niente pacifica, di cui danno conto i Comitati Cittadini, facendo emergere la questione agganciata alla richiesta di chiarimento che l’ingegner Massimo Perini, tecnico di riferimento del comitato No Tunnel Tav, aveva inviato alla Soprintendenza di Firenze.
Con una nota trasmessa all’ing. Perini il 21 dicembre scorso, la soprintendente Alessandra Marino ricostruisce la vicenda del rinnovo dell’autorizzazione paesaggistica per il tunnel TAV di Firenze.
Si parte dal fatto che l’autorizzazione paesaggistica per le opere sulla tratta Campo di Marte-Stazione Foster (dunque non per la tratta stazione Foster-Castello) del Nodo Av/Ac di Firenze, concessa dal Ministero nella Conferenza dei Servizi del 03/03/1999, trascorsi i cinque anni, viene a scadenza. Si pone dunque il problema del suo rinnovo.
La legge, fino a circa due anni fa, era chiara sul punto: bisognava procedere a istruire una nuova procedura di autorizzazione. Ma, a seguito delle modifiche intervenute nel frattempo, fra cui le norme contenute nel Decreto del Fare (69/2013) e Sblocca Italia (DL 133/2014), trascorsi 60 giorni senza che la Soprintendenza abbia espresso parere, a decidere sulla pratica è chiamato l’Ente locale.
Di fatto dunque, dice Marino, saremmo di fronte non a un’opera sprovvista di “autorizzazione paesaggistica”, quella essendoci per lo stesso meccanismo di legge descritto; il problema sarebbe di “efficacia/inefficacia della medesima”. Se questo è vero, ribattono i Comitati, è pur vero anche che il Ministero nel luglio 2013 aveva dichiarato decaduta quell’autorizzazione.
Il prossimo passo è quello che compie Rfi, che, in seguito alla dichiarazione di decadenza dell’autorizzazione da parte del ministero, inoltra nuova richiesta di rinnovo, che giunge in Soprintendenza nel dicembre 2013. A questo punto la Soprintendente Alessandra Marino, rilevando criticità tecniche per quanto riguarda, nello specifico, la situazione del sottosuolo per cui non ritiene competente il suo ufficio oltre a questioni procedurali, nel febbraio 2014 sospende i termini per l’espressione del parere, interessando nuovamente il ministero.
La “palla” ripassa dunque al ministero dell’ambiente, che dichiara che i quesiti tecnici sollevati trovano risposta nei pareri dell’Osservatorio Ambientale, struttura istituita presso il ministero dell’ambiente, il cui parere sul progetto, risalente al febbraio 2010, viene trasmesso alla Soprintendenza. Contestualmente la Direzione Generale Belle Arti e Paesaggio, nel luglio 2015, individua nel Soprintendente (il cui parere è vincolante) e nella Regione(che può delegare il Comune) i soggetti titolari delle autorizzazioni.
Si procede dunque a un ulteriore “carosello”, come lo chiamano i comitati, di pareri, rinvii, ecc. fino a quando Marino si rimette alla valutazione del Comune di Firenze e tutto torna all’ Osservatorio Ambientale. Organismo che è stato rinnovato dopo la seria “bacchettata” contenuta nella Relazione di Raffaele Cantone, Presidente dell’Autorità Anticorruzione, alla Camera dei Deputati del luglio scorso, per quanto riguarda “le gravi inadempienze nello svolgimento dei propri compiti di controllo” sulla scottante vicenda del Passante AV.
Giungendo infine all’istanza di accesso agli atti presentata dall’ing. Perini alla Soprintendenza di Firenze Pistoia e Prato, riservandosi di tramettere il tutto alla Procura di Firenze, è necessario dire che nell’istanza si tiene conto anche “delle gravi carenze progettuali del progetto definitivo, avallato a suo tempo dall’O.A. (mancate precauzioni antisismiche, uso di una sola fresa, sottovalutazione dei possibili cedimenti, ecc.) e nuovamente segnalate anche dall’Associazione Idra nell’audizione concessale dallo stesso O.A. lo scorso 30 settembre”, come spiega la nota dei comitati.
“A proposito di vincolo paesaggistico e di tutela dei monumenti – concludono i Comitati Cittadini – nel documento si segnalano i gravi rischi a cui, proprio in seguito a quelle carenze, sarà sottoposta la Fortezza da Basso. Oltre ai 2 tunnel ferroviari a pochi metri dalle fondamenta, c’è da considerare l’invasività di alcuni impianti come ad esempio un grosso pozzo di aggottamento e una vasca per lo stoccaggio dei liquidi inquinati al di sotto del giardino con la vasca”.
Immagini da: cittadiniareafiorentina.wordpress.com