Il cuore del dissenso sta tutto lì; quando qualcuno dall’assemblea urla a Giuseppe Alai di scegliere una delle poltrone su cui è seduto (la presidenza della banca e quella del Consorzio del Parmigiano-reggiano, la terza, quella di Confcooperative gli è stata sottratta dalla fusione tra le coop rosse e bianche) gran parte della sala esplode in un applauso liberatorio. Ma alla fine i voti contrari al primo bilancio rosso della storia dell’ex Credito cooperativo, quasi 14 milioni di euro, risulteranno pochissimi. Segno che il pluripresidente è ben saldo al comando nonostante anche le recenti critiche piovute dai produttori del re dei formaggi. Nata due anni fa dalla fusione tra Banca reggiana e Banca di Cavola e Sassuolo, Alai ha praticamente ribaltato la frittata a suo favore parlando di “operazione trasparenza”: ovvero il risultato negativo sarebbe frutto dell’opera di pulizia sui crediti deteriorati, anticipando gli effetti delle nuove norme della Bce.
I più arrabbiati erano Angelo Grazzi, ex revisore dei conti della banca Bentivoglio e il sindacalista Alfredo Spaggiari che ha chiesto le dimissioni del Cda.