Firenze – Che fosse più di un mal di pancia si era capito da tempo. Che fosse solo un virus che dove fare il suo decorso anche. Stanotte, senza nessuna sorpresa, ma all’improvviso è arrivata la notizia Matteo Renzi lascia il Pd.
L’ufficializzazione doveva arrivare durante la Leopolda, dal 18 al 20 ottobre a Firenze, la comunicazione è arrivata un mese prima.
L’ex presidente del Consiglio, non che ex segretario del Pd Matteo Renzi lascia il partito guidato da Nicola Zingaretti, per fondare un suo partito, un suo movimento che però come ha sottolineato lo stesso Renzi sosterrà il governo Conte bis.
E’ dalle prime luci dell’alba che si fa la conta di chi segue Renzi e di chi resta nel PD di Zingaretti.
Resterà nel Pd il sindaco di Firenze Dario Nardella che ai giornalisti ha sottolineato che continuerà a “lavorare nel Pd” e “fare le mie battaglie nel Pd”.
Sulla scelta di Matteo Renzi il Sindaco Nardella dice: “Per quanto riguarda la scelta di Matteo capisco le sue ragioni, rispetto la sua decisione e confido nel fatto che collaboreremo bene, troveremo le giuste forme di collaborazioni per il futuro. Non drammatizzo il quadro politico che avremo davanti a noi dopo questa decisione”.
A chi gli chiede se parteciperà alla Leopolda il primo cittadino del capoluogo toscano risponde “Come sindaco di Firenze ho sempre partecipato e portato il saluto a manifestazioni come la Leopolda e a manifestazioni politiche vicine alle nostre posizioni”.
Anche il presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani resta nel Pd e si augura, come ha detto all’Ansa, di “rimanere tutti uniti”.
Più positivo il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi che parla a margine di una conferenza stampa sul terzo settore “Voglio prendere l’aspetto migliore: l’idea di voler occupare una posizione di centro, di stampo liberale e in questo modo combattere anche su un terreno diverso la destra. Naturalmente bisogna che sia molto chiaro che il rispetto deve essere reciproco. Bisogna anche che le parole forti siano messe da parte, non servono, approfondiscono le rotture in un momento in cui c’è bisogno di unità anche di unità nella pluralità. C’è bisogno di confronto, di alleanza”.
Sul futuro del Pd e cosa ne sarà del partito dopo l’uscita di Renzi, il governatore Rossi sottolinea “come l’uscita, pone l’esigenza al Pd anche di andare alla Costituente annunciata da Zingaretti, nella quale si tratta di discutere il programma, le idealità fondamentali del partito che secondo me deve ispirarsi agli ideali del socialismo, del cattolicesimo sociale che nel nostro Paese ha una storia particolare, forte e alle novità assolute con le quali dobbiamo confrontarci e rapportare la nostra politica, che è l’ambientalismo tornato a essere questione basica”.
Anche l’assessore regionale al diritto alla salute Stefania Saccardi, parla dell’uscita di Renzi come “intento di allargare il fronte del centro sinistra e di realizzare una formazione che sempre nell’ambito del centrosinistra, allarghi il fronte contro Salvini e contro i populismi. Mi pare un’operazione che non si pone certo in contrapposizione con il centrosinistra”.
Secondo sempre l’assessore Saccardi, molti i nomi che rimarranno nel PD “ pur avendo rispetto e amicizia nei confronti di Matteo” e conclude “da parte mia dico a Renzi in bocca al lupo e spero che l’esperimento riesca perchè può dare un contributo all’allargamento del fronte del centrosinistra”.
Stima immutata, ma resta nel Pd anche Leonardo Marras che in un post su Facebook dice “Amarezza (tanta) a parte, Matteo Renzi è un grande. Le sue qualità sono indiscutibili. Ha rinnovato linguaggio e aperto le finestre, ha raggiunto consensi storici, ha impresso intensità straordinaria al governo, ha provato a cambiare l’Italia. Con il suo carisma ha permesso alla sinistra liberale di diventare maggioranza, da avanguardia culturale, dentro a quel campo variopinto e ancora in costruzione che è il Partito Democratico. Non lo seguirò perché non condivido la sua scelta e leggendo e rileggendo l’intervista di stamani a la Repubblica non trovo ragioni nuove”.
Di nuova stagione parla Antonio Mazzeo membro dell’ufficio di Presidenza “da oggi si apre una fase nuova e non so chi prenderà l’una o l’altra strada, ma di certo la stagione degli alibi è finita. Spero che chi da anni chiede a Renzi di uscire come soluzione di tutti i mali abbia oggi il buon gusto almeno del silenzio e mi auguro che possa esserci il rispetto delle scelte di tutti, qualunque esse saranno. Il nostro avversario era, è e resterà la destra, e questo principio vale oggi ancora e più di sempre. Non scordiamolo mai”.
Duro il parere da parte dell’europarlamentare toscana della Lega Susanna Ceccardi che sul suo profilo Facebook scrive: “Renzi è stato l’artefice di questo nuovo patto 5stelle-Pd, ma evidentemente non è soddisfatto del ruolo marginale che si è ritagliato nel partito e nel governo. E allora come i bambini che perdono a calcio, abbandona il partito e se ne fa uno suo. Ma tranquilli, ha chiamato Conte per rassicurarlo… #Giuseppestaisereno”.
Foto Matteo Renzi con Dario Nardella in piazza della Signoria