Firenze – Gli amici mi conoscono come un “montelliano” di ferro. In questi giorni mi scrivono congratulandosi per la soddisfazione che il ritorno inaspettato di Montella a Firenze dovrebbe arrecarmi. Ma io, sinceramente, non riesco ad esser contento, né per il tipo di soluzione che si è scelta ai problemi della Fiorentina né per Montella.
E mi spiego. Intanto, cercando di capire con un massimo sforzo di obiettività quali erano e quali sono i problemi della Fiorentina, comincio da tre: i tre anni gloriosi in cui Montella, insieme a Pradè, ci fece godere una squadra che faceva sognare, giocava un bel calcio, maramaldeggiava in Europa.
Vi ricordo che in Europa League quella Fiorentina sapeva vincere cambiando undici giocatori su undici dalla partita precedente di campionato (cosa mai vista, e non soltanto in Italia!). E vi ricordo che nell’ultimo anno di Montella, prima del suo “misterioso” licenziamento, la Fiorentina arrivò, per il terzo anno di fila, quarta in campionato (oggi sarebbe stato piazzamento Champions), arrivò in semifinale di Europa League e fu eliminata dal Siviglia (che avrebbe vinto la competizione), arrivò in semifinale di Coppa Italia eliminata dalla Juventus (che avrebbe vinto la competizione) e complessivamente, per i risultati ottenuti, fu l’ottava squadra nel ranking europeo in un’ideale classifica comprensiva di campionati e coppe.
L’anno dopo, la società dichiarò spending review e “rifondazione”. Una strana rifondazione, perché, a parte il nuovo allenatore Sousa, la squadra titolari rimaneva la stessa di Montella, con i soli Astori al posto di Savic e Kalinic al posto di Gilardino.
I due anni di Sousa non li voglio neppure commentare. La società portò con vanto a Firenze un tecnico “innovatore” che distrusse la squadra e il suo gioco, deprezzò il parco giocatori (alla faccia della spending review!), portò la Fiorentina fuori dalla zona-Europa. Fu licenziato anche lui, questa volta per giusta causa, ma senza però alcun pentimento per aver perpetrato il misfatto del licenziamento di Montella (e di Pradè).
Non so se vi ricordate l’atteggiamento di sbruffonaggine e di spregio che tennero i Della Valle, irritati per gli applausi del pubblico, quando Montella venne a Firenze con la Sampdoria (a pareggiare 1-1 e a giocare meglio della Fiorentina!). Ebbene, la nostra dirigenza non soltanto non perse occasione per trattare Montella con sussiego e con l’aria di chi, nobilmente, non ne voleva parlare per non parlarne male, ma si apprestò, tramite il fido Corvino che già era stato complice di Sousa nel disfare la squadra, a smantellare anche i resti di quella voluta e difesa da Montella con il successore Pioli. I casi delle cessioni di Ilicic e Mancini furono i più eclatanti: “regalarli”, pur di levarseli di torno!
E a proposito di Corvino, avrà pur speso poco in questi anni, ma di sicuro quel poco l’ha speso male. A Natale eravamo tutti depressi a commentare il fallimento degli acquisti estivi (e meno male per lo più solo prestiti): un Gerson inaffidabile, un Norggard non pervenuto, Mirallas e Pjaca oggetti misteriosi, Fernandes anonimo…i soli Lafont e Nacko (con beneficio d’inventario)appena sufficienti!
Poi ci sono state quelle strane partite del mese di gennaio: quattro gol fatti e tre presi, pareggi pirotecnici all’ultimo minuto in dieci contro undici, il 7-1 alla Roma, Muriel eroe del mercato di riparazione a suon di gol! E tutto è sembrato risolto nel frastuono di quei fuochi artificiali.
Mentre a me, che assistevo perplesso e scoraggiato alla dinamica caotica di quelle partite, l’arrivo di Muriel è sembrato l’ennesimo controsenso. Alla squadra mancavano palesemente un terzino destro (da anni!), un mediano centrale a protezione della difesa (un Badelj, per intenderci), un trequartista che raccordasse centrocampo e attacco (un Ilicic)…e l’ineffabile Corvo ha portato a Firenze un terzo centravanti! Dico terzo, perché Simeone (un investimento da 18 milioni) e Vlahovic (da tutti proclamato il nuovo Ibrahiomovic) c’erano, e il lusso di un Muriel in più non ha fatto altro che avvilirne le prospettive, senza migliorare di nulla il gioco della squadra. E si è visto!
Ma a quel punto i Della Valle hanno trovato il capro espiatorio: Pioli, reo di “non esser riuscito a far giocare la squadra come nel girone d’andata” (sic!). Ma se nel girone d’andata la squadra giocava anche peggio, fino a farci disperare a Natale! Che colpa ne ha Pioli se gli hanno messo a disposizione un centrocampo con tutti giocatori uguali, tutti mediani di spinta, mobili e bravi negli inserimenti, ma nessuno capace di riempire il campo sensatamente, nessuno che aiuti la difesa? E che colpa ne ha Pioli se gli hanno venduto Ilicic per due palanche e gliel’hanno sostituito con Eysseric e Pjaca? Che colpa ha Pioli se, costretto a scegliere di volta in volta quale giocatore far giocare fuori ruolo (Veretout, Fernandes, Gerson…), non riesce a trasformare nessuno in quel Badelj regalato alla Lazio a costo zero?
Una persona sola doveva pagare, e non era Pioli. Montella, che ora vedo nelle foto di rito stringere la mano a Corvino sorridente, torna a Firenze all’insegna della giustizia sommaria, dell’ipocrisia e delle menzogne di comodo. Non mi piace, per lui e per la Fiorentina.
Foto: Vincenzo Montella