Parte il Tour de France: speranze su Bettiol, Nibali e Aru

Firenze – Sabato prossimo scatta da Bruxelles il Tour de France che si concluderà domenica 28 luglio come tradizione al Parco dei Principi a Parigi. Sono 22 le squadre al via con 15 italiani (Nibali, Aru, Bettiol, Caruso, Colbrelli, Moscon, Oss, Viviani, Bonifazio, Nizzolo, Pasqualon, Ciccone, Fellini, De Marchi, Trentin).

E’ la corsa a tappe più importante e popolare del ciclismo mondiale. Potrebbe essere un’occasione interessante per Bettiol, il ciclista italiano più in forma del momento. Ha vinto il Giro delle Fiandre, corsa monumento del ciclismo mondiale (come la Sanremo) quindi significa che ha le doti dei campioni. E’ arrivato secondo a 52 centesimi di secondo dal vincitore nel “tricolore” a cronometro; si è piazzato terzo al campionato italiano su strada. Risultati questi che dimostrano che Bettiol ha una marcia in più rispetto alla media e che si trova in una forma smagliante.

Quindi nessuna sorpresa se, in una o più tappe del Tour, magari quelle importanti, sarà protagonista. Il Tour dovrebbe confermare le eccellenti qualità di questo 26enne corridore di Castelfiorentino se non verrà “sacrificato” sull’altare del capitano Uran. Nella vittoriosa impresa al Giro delle Fiandre ha dimostrato di essere un corridore di prima categoria. Quindi di potersi battere alla pari con i “grandi” nelle classiche internazionali di un giorno come la Milano-Sanremo.

Per la classifica finale del Tour, per noi italiani, fari puntati su Vincenzo Nibali già vincitore della corsa francese nel 2014. Speriamo che abbia ritrovato ritmo e rendimento dei giorni migliori (qualità poco mostrate nelle ultime corse). Molto atteso per la classifica anche Fabio Aru. Ma sarà tornato il forte corridore degli anni passati? Al momento è un mistero.

Per le vittorie di tappa il ciclismo italiano dispone di diverse pedine a partire da Elia Viviani e Sonny Colbrelli. Poi ci sono Bettiol e Trentin. Una coppia di assalto, in grado di compiere in qualche tappa un’impresa, mostrando notevoli qualità se non dovranno “lavorare” per i rispettivi capitani. Senza Froome e Dumoulen il Tour sarà più incerto nel risultato, meno bloccato sul piano tattico, quindi tappe più brillanti e più avvincenti.

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