Firenze – E’ l’organizzazione sindacale di base USB a mettere il punto su una questione che da anni è oggetto delle proprie battaglie, vale a dire i contributi sul lavoro per lavoratori che svolgono le loro attività con modalità part-time ciclici o verticali. “Dopo 5 anni di lotte portate avanti in quasi totale solitudine da USB, attraverso mobilitazioni e ricorsi contro l’INPS per aver riconosciuti i contributi per l’intero anno e quindi il diritto di equiparazione contributiva con il resto dei lavoratori – dicono dall’USB – oggi i lavoratori delle produzioni industriali, gli addetti ai servizi scolastici per l’integrazione degli alunni disabili, i lavoratori delle mense e delle pulizie, i lavoratori addetti al controllo e gestione di eventi e quartieri fieristici raggiungono un obbiettivo importante, che non era scontato: le mobilitazioni e le azioni legali portate avanti da USB e le pressioni sulla materia, hanno aperto la strada al confronto con la ministra Nunzia Catalfo e con il presidente dell’INPS Tridico, costringendo la politica a portare in Parlamento il problema”.
Il passaggio è molto importante. Con l’approvazione della legge di bilancio pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 30 dicembre 2020, il comma 350 per tutti i lavoratori e lavoratrici con part time ciclico verticale “stabilisce che nel contratto di lavoro a tempo parziale di tipo verticale e ciclico anche le settimane non interessate da attività lavorativa sono da includere nel computo dell’anzianità utile ai fini del diritto al trattamento pensionistico…..” . Il che significa quindi, che a fronte di 40 anni di lavoro verranno riconosciuti 40 anni di contributi e non più 30, come accadeva fno ad ora.
“Sulle modalità tecniche di riconoscimento dei contributi rimaniamo in attesa della circolare dell’INPS, prendendo l’impegno a tenere lavoratrici e lavoratori costantemente informati – concludono da USB – quella di oggi è una prima vittoria, ma la battaglia non finisce qui, dopo la conquista del diritto alla contribuzione continuativa, bisognerà costruire una vasta campagna per l’accesso agli ammortizzatori sociali durante i periodi di sospensione delle attività, in modo da garantire la necessaria continuità del reddito, per le lavoratrici e lavoratori con contratto part time ciclico verticale”.