E’ stato pubblicato oggi, sul sito web del Comune di Parma, il bando per la ricerca di un nuovo direttore generale dell’ente. Una figura esclusa dalla pianta organica due anni fa poco prima del crollo della giunta Vignali, quando si decise di allontanare l’allora dg Carlo Frateschi. Il quale, per la cronaca, ha tuttora in corso una causa milionaria con il Comune per le modalità del suo “licenziamento”.
All’indomani della vittoria del Movimento 5 Stelle, i grillini tentarono di reintrodurre la figura del direttore generale, piazzando niente meno che Valentino Tavolazzi. Il primo e più eccellente espulso dal Movimento di Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio che, infatti, non gradirono affatto e poco più di un anno fa inviarono una “scomunica” via blog. Dopo pochi giorni, la vicenda venne archiviata mantenendo tutto com’era: nessun dg nella pianta organica del Comune. A sostegno, anche un piccolo cavillo: il tipo di laurea richiesto. Tavolazzi, come Frateschi, è ingegnere, mentre dopo il tramonto di Vignali per fare il direttore generale serviva una laurea in materie giuridiche o economiche. A commento della retromarcia non era mancato qualche entusiasta contento del sostanzioso risparmio che l’assenza di un direttore generale avrebbe comportato per il Comune.
Adesso, evidentemente, il sindaco Federico Pizzarotti deve aver cambiato idea. A fine luglio, con una delibera la giunta ha deciso di modificare la struttura organizzativa dell’ente e di reintrodurre il direttore generale. Che dovrebbe arrivare entro la fine di settembre, visto che il bando pubblicato dal Comune stabilisce il 14 settembre come limite per l’invio delle candidature.
Basterà, come titolo di studio richiesto, una laurea qualsiasi purché magistrale o vecchio ordinamento (non triennale, insomma). Inoltre, sarà necessario “avere maturato una esperienza in posizione di livello dirigenziale in enti pubblici per un periodo non inferiore a cinque anni, da documentare con il curriculum”. Costituiranno titolo preferenziale “la cultura nell’area dell’amministrazione finanziaria e del controllo, della gestione delle risorse umane, nonché spiccate doti di leadership e gestione dei rapporti istituzionali”, nonché “l’aver svolto precedenti esperienze nel ruolo di direttore generale in Comuni e/o Province, per almeno tre anni”.
All’analisi dei curriculum seguirà colloquio orale, poi il prescelto partirà con 90mila euro lordi all’anno più “congruo trattamento economico di risultato, definito in sede di conferimento dell’incarico”.
Quanto ai motivi della decisione di reintrodurre un dg, al momento si parla della necessità di seguire e coordinare il lavoro degli assessori meglio di come si è fatto fin qui oltre che di migliorare l’efficienza del Comune. Ma se ne saprà di più tra un mese e mezzo, quando conosceremo anche il nome del successore di Frateschi.