La Scuola Europea di Parma, il cui cantiere è aperto da anni al Campus e non accenna a concludere i lavori, è al centro dell’ennesimo psicodramma edilizio locale. Si tratta di una struttura molto importante, dal momento che la sua attivazione – e corretti funzionamento e fruizione – ha molto a che fare con la serena presenza in città dell’Authority europea per la sicurezza alimentare (Efsa).
Non sono mancate, in questi anni, lamentele da parte di numerosi dipendenti dell’Authority in merito ai disagi dovuti (anche) alla sede provvisoria della scuola frequentata dai loro figli, attualmente in via Saffi. Ora la patata bollente è nelle mani dell’amministrazione di Federico Pizzarotti, ma uscire dall’impasse pare tutt’altro che facile.
Nell’ultimo consiglio comunale Paolo Buzzi (Forza Italia) ha chiesto ufficialmente quando la Scuola Europea sarà pronta, riportando notizie di una protesta dell’Efsa sia a Bruxelles che nei confronti del governo italiano: “Si rischia – ha spiegato Buzzi – di perdere l’accreditamento europeo”.
L’assessore al Bilancio Marco Ferretti ha risposto che i lavori sono (fermi, ndr) al 90%. “Non mancano risorse finanziarie perché Comune e Stu Authority hanno pagato. L’associazione temporanea d’impresa (Ati) non ha liquidità: le mancano 7 milioni di euro, legati alla valorizzazione dell’edificio ex Pascoli (già oggetto di ricorsi al Tar del Lazio per il deprezzamento). Mancano 1,3 milioni di euro per opere esterne e un milione per completare gli edifici, per un totale di 2,3 milioni”.
Per tentare di risolvere la questione la giunta comunale di Parma ha scritto alla Commissione, al ministro degli Esteri Bonino (lo scorso novembre) e ha coinvolto diversi parlamentari, la Provincia, l’Ufficio scolastico regionale e il capo di gabinetto del ministero dell’Istruzione.
Il sindaco Federico Pizzarotti ha sottolineato che domani sarà a Roma e incontrerà in proposito il sottosegretario Roberto Reggi. “La tematica però è complessa – dice il sindaco. Il ministero stesso è interessato e trova fattori di criticità”. E’ stato contattato anche Graziano Delrio, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio.
Paolo Buzzi ha anche ricordato che a settembre ci sarà un’ispezione da Bruxelles e al momento non ci sono certezze: “Stiamo facendo una figura barbina nei confronti dell’Europa”. Il capogruppo di Forza Italia ha suggerito di “trovare in casa la soluzione”, senza trascurare l’ipotesi di rescissione dell’appalto.
L’unica certezza, per ora, è che settembre è dietro l’angolo. E una bocciatura sulla Scuola Europea avrebbe effetti imprevedibili, e non in senso positivo.