Il debito del Parma Fc ammonta a 22 milioni di euro, dopo i tagli e le rinunce dei creditori (a cominciare dai calciatori) ottenuti nelle ultime settimane dalla curatela fallimentare.
Lo dice una nota dei curatori Anedda e Guiotto, i quali specificano di aver “depositato – sulla base delle insinuazioni presentate dai creditori – il progetto di stato passivo relativo al solo debito sportivo rilevante – ai sensi delle Norme Organizzative Interne della FIGC (NOIF). L’ammontare complessivo dei debiti di cui la curatela propone l’ammissione al passivo ammonta ad euro 17.2 milioni. A tale importo andranno aggiunti ulteriori debiti per ritenute IRPEF non versate e contributi INPS per circa 5 milioni di euro. Complessivamente, il debito rilevante è stato quantificato, in base agli accertamenti e alle considerazioni dei curatori, in euro 22.2 milioni. Il progetto di stato passivo sarà discusso avanti al Giudice Delegato Pietro Rogato, nell’udienza del 19 giugno prossimo“.
Una sforbiciata di non poco conto, se si considera che la base di partenza si aggirava intorno agli 80 milioni di euro. Merito delle rinunce di molti calciatori ai compensi dovuti e mai corrisposti: Marco Marchionni, ad esempio, ha rinunciato all’80 per cento dei crediti.
Nel frattempo, per il 9 giugno prossimo è calendarizzata l’ultima asta dopo che le prime sei sono andate a vuoto. Il prezzo dovrebbe scendere sotto i 5 milioni di euro, per tutti gli asset sommati al debito sportivo ridotto. Un passaggio fondamentale per cercare di far ripartire il club dalla serie B.