Di tutte le eredità della gestione Vignali, quella di Stt è senza dubbio la più gravosa per l’amministrazione guidata da Federico Pizzarotti. Dalla holding che riuniva sette partecipate (poi ridotte a quattro) del Comune passano infatti ancora oggi i nodi irrisolti del debito che grava su Parma.
A cominciare dalla sua esatta quantificazione, per la quale bisognerà comunque attendere la fine di luglio. Intanto, dall’ultima commissione in cui si è discusso di partecipate un dato è arrivato: il bilancio 2012 di Stt chiude in perdita per 28 milioni, con patrimonio netto che scende a 5,7 milioni. Tutto ciò richiederà un’assemblea straordinaria, che si affiancherà alla necessaria formulazione di un nuovo piano economico.
Un’operazione indispensabile dopo il fallimento di Spip (ex controllata da Stt) di due mesi fa, quando il tribunale di Parma ha bocciato la richiesta di concordato preventivo da 115 milioni.
Per quanto accidentato e pieno di incognite, il percorso tracciato è l’unica opzione per evitare che le partecipate vengano travolte dalla loro esposizione debitoria. E questo vale indipendentemente dalla volontà della nuova amministrazione di dismetterle (quante più possibili, per quanto possibile) invertendo la rotta dell’indebitamento. Perché i vecchi debiti pesano sul presente e sul futuro del Comune: basti pensare a Parma Infrastrutture, che in termini di lavori e manutenzioni ha sostanzialmente ereditato ciò che la precedente amministrazione aveva caricato su Stt. La società chiude l’anno con un passivo di 14 milioni abbondanti, che porta il debito totale delle due principali partecipate del Comune a 43 milioni.
Parma Infrastrutture, non a caso, sta gravando pesantemente sul Comune che quest’anno le ha già trasferito 18 milioni. Per il biennio 2014-2016 la media dovrebbe essere di 16-17.
Nell’attesa che le banche riaprano i rubinetti, una nota positiva arriva dal buon andamento delle azioni Iren: l’unico utile “pegno” che il Comune può esibire agli istituti di credito per convincerli a non fermare i finanziamenti. E per evitare che le controllate siano sommerse dai creditori.
Altra luce, in mezzo a tante ombre, lo sblocco dei pagamenti dalla pubblica amministrazione ai fornitori recentemente deciso dal governo. Grazie a questo provvedimento il Comune sta sensibilmente riducendo i propri debiti in conto capitale mentre prova a tamponare le falle più urgenti di alcune partecipate. Così facendo, entro fine anno si potrebbero pagare circa 70 milioni che vanno a sommarsi agli 84 del 2012. Il che consentirebbe nuovi investimenti già dal 2014.
Se non è la luce in fondo al tunnel, è sempre meglio del buio totale in cui i parmigiani vivono da un paio d’anni.