L’amministratore esecutivo Carlo Fontana ha lasciato la guida del Teatro Regio di Parma. Già sovrintendente del Teatro alla Scala di Milano, una delle più prestigiose figure manageriali italiane nell’ambito dei teatri lirici era a Parma dall’ottobre del 2012. Insieme a Fontana ha annunciato le proprie dimissioni anche il direttore artistico Paolo Arcà: in entrambi i casi, le dimissioni diventeranno operative solo dal 31 dicembre di quest’anno.
La decisione di lasciare era nell’aria già da alcuni giorni, ed è diventata ufficiale poco fa al termine dell’incontro a porte chiuse del cda della Fondazione del Regio. A Fontana era stata confermata la fiducia del sindaco Federico Pizzarotti e dell’assessore alla Cultura Laura Ferraris, ma non è bastato a fargli cambiare idea. Sulla decisione sembra pesare la situazione economica, e non solo, del Teatro, con il Festival Verdi ridimensionato a una sola opera in città (più una a Busseto), e la “bocciatura” da parte del governo in materia di nuovi fondi. Ma pare che all’origine della decisione vi siano anche alcune divergenze sul futuro del teatro.
L’ufficialità delle dimissioni è arrivata arriva, tra l’altro, il giorno dopo un’infuocata discussione in consiglio comunale sulle vicende del Regio, in cui il consigliere dei 5 Stelle Nuzzo si è astenuto dalla votazione del bilancio della Fondazione, che è comunque stato approvato.
E proprio sui conti insiste la nota ufficiale del Comune con cui sono state annunciate le dimissioni di Fontana e Arcà. “Carlo Fontana – si legge nel comunicato – ha presentato al consiglio una dettagliata relazione sull’attività intrapresa nel corso del suo mandato, che era finalizzato soprattutto al risanamento della situazione finanziaria dell’Istituzione, che al suo arrivo si trovava sull’orlo del fallimento. La dirigenza del Teatro ha quindi lavorato in modo rigoroso, contenendo al massimo le spese e riuscendo comunque ad allestire per l’anno 2013, pur con risorse limitate, una programmazione di qualità che ha prodotto risultati dalla ricaduta positiva a livello culturale ed economico”.
“I conti – afferma il Comune – sono decisamente migliorati e i debiti notevolmente ridotti, come si evidenzia nel bilancio consuntivo che chiude con un avanzo di gestione, tuttavia la diminuzione parallela dei ricavi impone una riflessione sulla struttura stessa del Teatro Regio di Parma, che è oggi un teatro di tradizione, e come tale deve attentamente valutare cosa si può permettere, sia in termini di struttura che in termini di programmazione”.
“Partendo da questa consapevolezza, l’amministratore esecutivo, e con lui il direttore artistico, hanno deciso di rassegnare le loro dimissioni – conclude la nota – ribadendo stima e rispetto per l’amministrazione comunale, con la quale continueranno a collaborare per metterla in condizione di gestire al meglio la riorganizzazione e l’assetto futuro del Teatro”.