A Parma arriva l’ordinanza sui blocchi del traffico e, puntualmente, si scatena una furiosa polemica tra Comune e commercianti. Oggetto del contendere, le chiusure e limitazioni al traffico nel periodo ottobre 2013 – marzo 2015, in particolare al giovedì e alla domenica.
Se al giovedì ad essere off limits sarà per lo più il centro storico, alla domenica sarà coinvolta tutta la città. E sotto la “mannaia” del blocco questa volta cadono anche i veicoli Euro 4, sia benzina che diesel.
Il Comune in una nota giustifica il provvedimento ricordando i dati impietosi delle rilevazioni dell’inquinamento: “La rete fissa di monitoraggio della qualità dell’aria, gestita da ARPA quest’anno ha già registrato 34 superamenti, mentre nell’intero anno 2012 sono stati segnalati ben 115 superamenti del limite giornaliero di PM10 (ampiamente oltre i 35 ammessi all’anno dalla normativa vigente in materia). E il parco veicoli immatricolato sul territorio del Comune di Parma risulta essere ad oggi di quasi 120mila unità”.
Apriti cielo. Immediata la reazione da parte di Ascom, sul tenore “c’è già la crisi, così chiudiamo del tutto”. E a ben poco vale la precisazione del Comune per cui “il provvedimento limitativo interesserà dieci domeniche e i giovedì dall’1 ottobre al 31 marzo, ad esclusione del periodo natalizio per non danneggiare le attività commerciali”. Anzi, alle orecchie dei commercianti suona quasi come una beffa.
Il problema è proprio l’ampliamento del divieto di circolazione ai veicoli Euro 4 ed Euro 3 con filtro anti particolato che impedisce “la circolazione alla maggioranza dei veicoli che si muovono in città”.
“Ci preme ricordare – afferma il presidente di Ascom Ugo Margini – come questo provvedimento fu oggetto di forti contestazioni già a partire dallo scorso novembre quando centinaia di commercianti si ritrovarono sotto i Portici del Grano per consegnare l Sindaco un documento sottoscritto da circa 800 aziende del centro, in cui veniva espressa la generale contrarietà ad inutili blocchi del traffico e al grave danno che essi avrebbero comportato”.
Per questo, sempre secondo Margini, “simili provvedimenti dimostrano come questa Amministrazione non abbia la benché minima considerazione della grave situazione in cui versa il nostro centro storico nonché dei danni economici registrati dalle stesse attività in esso ubicate”.