Parma, maretta tra i 5 Stelle in consiglio comunale

Passano due delibere a rischio, ama alcuni consiglieri di maggioranza lanciano bordate contro le scelte della giunta
il sindaco di Parma Federico Pizzarotti
il sindaco di Parma Federico Pizzarotti

Le delibere a rischio, come da copione, alla fine sono passate a larga maggioranza. Ma il consiglio comunale di ieri ha evidenziato crepe sempre più profonde all’interno della maggioranza a 5 Stelle, ancorché limitate a pochi consiglieri e a due temi specifici.

Il primo, che ha impegnato l’aula per quasi quattro ore, riguardava i teatri cittadini. Due in particolare: Teatro del Vicolo e Teatro Europa. Due realtà storiche di Parma, che producono cultura rispettivamente da 35 e 27 anni. La delibera proposta dall’assessore alla Cultura Laura Ferraris afferma che, in base alla legge, alla scadenza delle concessioni – in questo caso per i locali che ospitano i due teatri in questione – queste debbano essere riaffidate con un bando ad evidenza pubblica (norma mai applicata, finora, in città). Una gara, insomma, teoricamente aperta anche a soggetti esterni alla città, che rischia di costringere chi ha creato e fa vivere il Teatro al Vicolo di vicolo Asdente e il Teatro Europa di via Oradour a fare le valige.

In difesa dei due piccoli teatri – tra il pubblico erano seduti, in silenzio, dirigenti e maestranze – si è schierata tutta la minoranza e il consigliere di maggioranza Mauro Nuzzo. Proprio da lui, che già in passato si era scontrato con la Ferraris, sono arrivate le critiche più forti alla delibera e all’assessora. “La mia – ha detto – è una posizione scomoda, perché diversa da quella della maggioranza di cui faccio parte. Non sono d’accordo con questa delibera. Già da luglio, alla prima presentazione in commissione, mi sembrava che fosse assente una visione sufficientemente capace di intervenire sul settore culturale. In questa delibera non c’è la volontà di mancare di rispetto a chi ha lavorato in questi teatri, ma non c’è la capacità di immaginare un percorso diverso, tale da evitare un’azione così fredda. La cultura non si mette a bando”. Nuzzo ha continuato l’affondo contro l’assessore: “Io capisco il rodaggio, ma quando si prende un incarico bisogna avere un minimo di visione. Nel programma elettorale la parte sulla cultura è mia, e la rivendico. Si parlava di partecipazione e condivisione: dove sono in questa delibera? Non mi sento rappresentato da questo assessore alla Cultura. E non c’è nulla di personale in questo mio intervento”.

La Ferraris si è difesa (dall’opposizione, più che da Nuzzo) sostenendo che “se vogliamo essere onesti, qui non si tratta di applicare un principio di uguaglianza, ma di equità. Non ho mai parlato dell’assoluta volontà di andare a bando. E comunque c’è la consapevolezza del valore di chi opera in questi ambiti”. Più voci si sono levate in sua difesa dalla maggioranza, sostenendo in pratica che un bando pubblico e trasparente è meglio di un sistema chiuso e autoreferenziale.

E’ intervenuto anche il sindaco Pizzarotti, che si è rivolto direttamente ai lavoratori seduti tra il pubblico: “Non dovete essere spaventati rispetto a ciò che fate e alla storia che vi portate dietro. E’ scoraggiante, e parlo in generale, che in Italia non ci si voglia mai mettere in discussione né far vedere quanto si vale. Non siamo impazziti: tanti altri comuni hanno già fatto questa scelta. Ci rinfacciano di non prendere decisioni: le prendiamo invece, anche se sono impopolari”. Parole che non sono bastate a tranquillizzare i lavoratori presenti.

A poco sono serviti i tentativi della minoranza di far rinviare la delibera, che è passata con 19 voti, sei contrari e sei astenuti (tra cui Nuzzo). Il bando sarà perfezionato entro novembre, e le due realtà teatrali coinvolte ora dovranno vincere la selezione per sperare di rientrare negli immobili che hanno sempre occupato.

Una lunga schermaglia procedurale ha introdotto poi la contestata delibera urbanistica sull’area ex Amnu, saltata nel penultimo consiglio per mancanza del numero legale. In maggioranza le voci critiche (Barbara Cacciatore, Fabrizio Savani e Mauro Nuzzo) hanno ribadito la loro contrarietà, ma alla fine la decisione è passata con 18 voti, un contrario (Savani), un astenuto (Nuzzo) e una consigliera sempre di maggioranza (la Cacciatore) uscita dall’aula. L’opposizione non ha partecipato al voto di quella che ritiene una decisione illegittima, e ha chiesto la trasmissione degli atti agli organi di controllo.

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