Nell’attesa che si faccia luce sulla finta bomba ritrovata nei pressi del cantiere del Vittoria Park, non si placano le polemiche sul parcheggio interrato. Oltre all’impatto ambientale, nel mirino ci sono i costi dell’opera che rischiano di lievitare e di ricadere sui cittadini. Una “bomba” destinata ad esplodere sul serio, secondo Francesco Fantuzzi, portavoce della lista civica di opposizione Reggio Città Aperta. Nel 2005, ricorda Fantuzzi, pervengono al Comune due proposte da due associazioni temporanee di impresa (ATI) differenti: Irces95 INGG – Apcoa – Final e CCC – Italcantieri – CFC. L’anno successivo la proposta della prima ATI viene bocciata per insussistenza dell’interesse pubblico, dichiarato invece per la seconda. Ma Apcoa e Final, uscite dalla porta, rientrano dalla finestra nel gennaio 2012, dopo una serie singolare di eventi, quando la giunta approva il progetto definitivo presentato dall’ATI CCC – CCM – Apcoa – Final.
“Perchè Apcoa e Final, sulla cui storia e pratiche presto torneremo, sono così importanti per la nostra amministrazione?” chiede Fantuzzi che prosegue attaccando sulla “frottola” dell’assenza di costi per la collettività. La convenzione assicura infatti al concessionario, oltre già all’uso della Zucchi, il completo equilibrio economico finanziario derivante dalla vendita dei box auto; ciò significa che il concessionario, nel caso in cui i ricavi non siano sufficienti a coprire i costi sostenuti, potrà concordare con il Comune una revisione delle tariffe orarie della sosta a rotazione, dei prezzi di cessione dei box, della durata della concessione o “altra misura compensativa adeguata”, ad esempio ottenere in concessione “aree di sosta di superficie da sottoporre a tariffa”, cioè attualmente non a pagamento. “Pertanto, se il costo dell’opera è stimato in almeno 15 milioni di euro (probabilmente saranno maggiori) e se la vendita di tutti i 247 box a 35 mila euro (ipotesi ottimistica) potrà fruttare al massimo 8,6 milioni, da dove arriveranno i restanti 6,4 milioni? Ecco dunque le bombe, queste vere. Tutto il doveroso rispetto per le indagini, ma occorre occuparci anche di queste.”