Il Comune, lo aveva annunciato già nei mesi scorsi, metterà mano al parcheggio dell’ex Gasometro e tra le ipotesi, valutate, prende piede quella di “realizzare un sistema di chiusure automatiche e di vigilanza attraverso telecamere”, spiega l’assessore alla Mobilità, Mirko Tutino. Che precisa: “Siamo ancora a un livello di fattibilità”. Scartata, invece, l’opzione dell’abbattimento dell’edificio per i “costi eccessivi”.
La struttura da 350 posti – tre piani, di cui uno solo aperto alle auto – a pochi metri dal tribunale e dal polo scolastico di via Makallè e a ridosso del centro storico, è stata aperta negli anni 2000 con l’intento di farne un parcheggio scambiatore. Obiettivo però mai raggiunto. Così col passare del tempo l’ex Gasometro, è diventato un luogo di ritrovo per sbandati e tossicodipendenti. Terra di nessuno, insomma. Un annoso problema noto da tempo in città, quello del parcheggio tra via Pansa e via Paterlini, a cui il Comune ha cercato di dare soluzione anche negli anni passati. Della questione si è tornato a parlare l’altra sera in commissione consiliare, su richiesta del civico Cesare Bellentani con l’obiettivo di far luce sui “motivi ostativi all’apertura dei piani -1, 1 e 2” e conoscere la “le motivazioni che indurrebbero alla demolizione dello stesso, anziché alla sua razionale riqualificazione, nonché ogni altra informazione di interesse relativo alla gestione, alla rigenerazione o alla decisione di demolizione del parcheggio”.
L’Amministrazione comunale nei mesi scorsi ha chiesto a Til, la società vincitrice dell’appalto per la gestione della sosta in città, di fare una valutazione economica di tre possibili interventi. Il tutto a partire dalla riapertura dei due piani che oggi a differenza del primo sono inutilizzati. Tra le soluzioni valutate, la possibilità di costruire una scala esterna per sostituire quella interna meta nelle ore serali di tossicodipendenti e senzatetto, un adeguamento infrastrutturale, con la chiusura notturna del parcheggio con cancelli automatici per impedirne l’accesso e l’istallazione di telecamere e, infine, come suggerito dai residenti della zona, l’abbattimento dell’edificio. Soluzione ora esclusa, come dicevamo, per le spese che l’operazione comporterebbe.