Firenze – Paolo e Vittorio Taviani, una carriera lunga sessant’anni che ha attraversato la storia del cinema e dell’Italia tutta. Per celebrare degnamente questa meravigliosa carriera il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, ha consegnato il Pegaso d’Oro durante una cerimonia ufficiale ai due fratelli che sono inoltre stati omaggiati da due proiezioni gratuite al cinema Odeon
I fratelli Taviani, tra i registi italiani più apprezzati dal pubblico e dalla critica internazionali, hanno da sempre portato sul grande schermo temi politici e sociali, raccontando la storia in chiave attuale e con uno sguardo particolare all’esperienza umana. La loro carriera, iniziata nel 1954, è costellata da premi e riconoscimenti internazionali, tra cui l’Orso d’Oro a Festival di Berlino nel 2012 per il film “Cesare deve morire”, il David di Donatello per “La Notte di San Lorenzo”, il Golden Globe per il miglior film straniero per “Kaos” nel 1985 e la Palma d’Oro al festival di Cannes per “Padre padrone”.
“I fratelli Taviani meritano senz’altro il Pegaso d’Oro – ha dichiarato il presidente della Regione, Enrico Rossi – per il loro grandioso operato in campo cinematografico unito al loro forte impegno civile presente da sempre nelle loro opere. I due inoltre condividono un legame profondo con la loro terra, con San miniato e la Toscana tutta. Nel cinema dei Taviani la volontà dell’uomo, l’anelito alla giustizia sono sempre stati i temi principali e sono convinto che è in questa direzione che il cinema debba spronarci.”
I due registi toscani hanno appena terminato le riprese del film “Maraviglioso Boccaccio”, ispirato alle novelle del Decamerone di Giovanni Boccaccio. Nel film, vincitore del Fondo Cinema della Regione Toscana, che uscirà nelle sale nei prossimi mesi, i Taviani riprendono la metafora della peste per raccontare di giovani che, ieri come oggi, sfuggono dalle situazioni negative grazie alla creatività e alla fantasia, alla ricerca di un futuro possibile.
“Sono quattro i film che abbiamo girato in Toscana – ha spiegato Paolo Taviani – ma erano quasi vent’anni che non tornavamo a lavorare in questa regione. Abbiamo lasciato la Toscana molti anni fa, come sapete non siamo ragazzini, e il cinema in seguito ci ha fatto vagabondi. Sentivamo che dovevamo tornare qui a lavorare: a casa nostra. In questo ritorno ci ha aiutato quel gigante della letteratura che è Boccaccio. Non possiamo ancora parlare del film anche se è molta la voglia di farlo, stiamo ancora lavorando, montando, missando e le sensazioni sono ancora fresche e molto forti.”
“Nel nostro film si parla dalla peste e quale peggior peste stiamo vivendo in questi giorni – ha continuato Vittorio – Abbiamo però voluto raccontare di questi dieci giovani che decidono di ribellarsi e fare qualcosa di folle: uscire dalla città e andare nella natura, diventare un gruppo isolato e affidarsi unicamente alla fantasia. Forse alla fine di questo viaggio capiranno che per cambiare bisogna tornare là dove tutto è iniziato, nella città dove la peste ancora colpisce e impera.”
I due fratelli hanno spiegato che purtroppo “Maraviglioso Boccaccio” non riuscirà a partecipare al Festival di Berlino, che tre anni fa li aveva premiati con l’Orso d’Oro, poiché stanno ancora lavorando al montaggio ma che lo vedremo a breve nelle sale, probabilmente già verso l’inizio di marzo. Inoltre hanno promesso che l’anteprima mondiale del film sarà proiettata proprio a Firenze.
“Speriamo di non deludere il pubblico italiano ma siamo particolarmente curiosi delle reazioni che avranno i fiorentini e i toscani. Della nostra filmografia i toscani amano soprattutto “La Notte di San Lorenzo”. Anche noi lo amiamo molto, fa parte della nostra storia e della nostra autobiografia in diretta ma speriamo che il nostro “Maraviglioso Boccaccio” possa fare concorrenza a questo film nel cuore di tutti i toscani. Possiamo dire che siamo convinti che piacerà, non per presunzione ma per amore, perché ogni film è un’opera di amore. Con il nostro cinema vogliamo amare ed essere amati da delle persone che non conosciamo e anche con quest’ultima opera speriamo di essere ricambiati.”
I due fratelli hanno anche ricordato il collega e amico Francesco Rosi, scomparso lo scorso sabato all’età di 92 anni. Rosi, regista tra l’altro di “Le mani sulla città”, “Il Caso Mattei” e “Salvatore Giuliano”, è stato uno dei grandi maestri del cinema italiano e uno dei più importanti esponenti del cinema d’inchiesta del nostro paese. “Oggi saremmo dovuti essere a Roma alla Casa del Cinema per porgergli per un ultimo saluto. Siamo felici di essere qui ma anche un po’ infelici per non essere a Roma accanto con lui”.