Numeri da capogiro che non sono certo finiti: il mercato dei pannolini monouso intercetta oltre il 98% della domanda mondiale di pannolini per bambini, per un volume d’affari del settore che solo in Europa è pari a circa un miliardo di Euro, gestito da pochissime aziende multinazionali che controllano tra l’80 e il 90% di questo mercato. Ma quanti consumatori e aziende produttrici si preoccupano di quanto questa produzione incida sull’ambiente e, soprattutto, sulla salute dei bambini?
Una risposta eccellente in questo settore viene dalla Wellness Innovation Project (WIP) SpA, giovanissima azienda toscana già pluripremiata con impianto di produzione situato a Castel San Niccolò, nella provincia aretina.
Con il suo pannolino monouso a marchio “Naturaè”, WIP si propone, sebbene per una minima fetta di mercato, quale alternativa sostenibile al pannolino “usa e getta” tradizionale da fonti fossili, utilizzando bioplastiche e fibre da coltivazione biologica come il cotone bio. WIP ha utilizzato per la prima volta al mondo diversi derivati da biopolimeri quali PLA e Mater-Bi, combinandoli assieme e individuando l’impiego più sostenibile e al contempo salutare per i consumatori. Oggi il pannolino per bambini a marchio “Naturaè”̀ è il pannolino monouso con il più alto indice di biodegradabilità al mondo – mediamente pari almeno all’80%. Mediamente invece il 50% di un pannolino monouso in commercio è composto da derivati dal petrolio non biodegradabili e non sostenibili, mentre il restante da cellulosa ricavata da alberi. Non esiste ad oggi nella UE una normativa esaustiva che disciplini il settore: sebbene i prodotti igienici, per loro stessa natura, interagiscano e possano influenzare direttamente la salute dell’uomo, sui pacchi di pannolini o di assorbenti femminili non vi è obbligo di riportare indicazioni relative alla composizione, come invece è obbligatorio per i prodotti cosmetici, i cibi, le medicine che interagiscono anch’essi con la salute. Già oggi, in base ai test dermatologici eseguiti dall’Università di Parma, il pannolino “Naturaè” risulta naturalmente ipoallergenico, non irritante e non abrasivo: è stato progettato ponendo al centro della ricerca la salute del bambino e rinunciando a facili compromessi di tipo economico, essendo in gioco principalmente la salute dei più piccoli.
I pannolini sono raccolti con la parte organica dei rifiuti e compostati da più di 3 anni in alcuni comuni della zona servita da Publiambiente in Toscana, nonché in alcuni comuni della provincia di Brescia da circa 2 anni.
Nel suo stabilimento immerso nel verde delle foreste casentinesi, WIP produce 50 milioni di pezzi all’anno: i prodotti sono in vendita presso i migliori negozi specializzati per bambini e farmacie in Italia, ma l’esclusiva tecnologia di WIP conta su un impianto capace di impiegare tecnologie innovative a basso consumo energetico, utilizzando solo energia verde secondo un ciclo tecnologico che riduce l'inquinamento e contiene le emissioni di CO2 del 70% rispetto ad un pannolino tradizionale. Questo consente ogni anno una riduzione fino a 30.000 T di emissioni nocive per l’ambiente, attraverso l’utilizzo per la prima volta al mondo di materie prime eco-sostenibili, al posto delle più tradizionali derivate dal petrolio, e la contemporanea rinuncia all’uso di additivi chimici. Secondo quanto emerge da una Carbon Foot Print effettuata dal Dipartimento di Scienze dell'Ambiente e del Territorio dell'Università degli Studi di Milano Bicocca e dal partner danese Ecopeople, per ogni giorno lavorativo si calcola una quantità risparmiata di CO2 di circa una tonnellata. Non a caso il 14 Giugno dello scorso anno, presso l’Auditorium di Assolombarda a Milano, il Presidente Marco Benedetti ha ritirato l’ambito riconoscimento Sodalitas Social Award, il più importante riconoscimento nazionale per la Sostenibilità d’Impresa organizzato dalla Fondazione Sodalitas (www.sodalitas.it), per la migliore iniziativa di responsabilità sociale realizzata con il progetto “Impianto produttivo a basso impatto ambientale per la produzione di biopannolini”.
Mario Agostino