Al via i lavori di restauro e riqualificazione urbanistica ed edilizia di palazzo Busetti. Il palazzo seicentesco, che affaccia su piazza del Monte nel cuore della città, è stato acquistato di recente dalla società Bluefield dell’imprenditore Fulvio Montipò; la stessa società, partecipando al Pru, promuove il restauro e la riqualificazione del palazzo e del suo isolato, con un investimento di alcune decine di milioni di euro. L’apertura del cantiere principale è prevista all’inizio della prossima settimana.
“Oggi salutiamo dunque con grande piacere l’inizio del cantiere di palazzo Busetti – ha detto il sindaco Delrio – con un progetto che ora comprende, cosa non prevista all’origine, l’inclusione del palazzo delle Poste: l’area di intervento è quindi diventata addirittura più vasta. I lavori restituiranno alla città uno dei palazzi più importanti, che diventerà, come è avvenuto per la Galleria centrale, anche polarità commerciale di rilevo, grazie ai provvedimenti che abbiamo preso per consentire la creazione di polarità forti al fine di far rivivere il commercio del centro storico. Credo che tutto questo farà bene alla vitalità commerciale, abitativa e funzionale del centro storico”. L’architetto Sacchetti ha spiegato i temi principali del progetto di restauro e riqualificazione del palazzo Busetti e dell’isolato, quest’ultimo dotato di due Gallerie commerciali: un intervento che si articola su una superficie complessiva di 20.000 metri quadrati, circa 2.500 dei quali destinati a funzioni commerciali.
Sono in corso, da alcune settimane, lavori all’interno del palazzo, relativi alla pulizia e rimozione di intonaci e controsoffittature superflui, mentre l’inizio delle operazioni di allestimento del cantiere principale è previsto la prossima settimana. Prima operazione è la demolizione di strutture murarie recenti, che nulla hanno a che vedere con l’originalità e la bellezza dell’edificio storico, lungo la via don Andreoli: è il primo passo per l’apertura di uno spazio pubblico, costituito da due Gallerie di collegamento tra via don Andreoli e via Crispi, via Emilia San Pietro e via Sessi. Una piazzetta sarà inoltre realizzata lungo via don Andreoli, all’ingresso di una delle Gallerie. Demolite le strutture obsolete recenti, con la creazione delle due Gallerie si costituiscono gli assi portanti che caratterizzano il progetto.
Il palazzo Busetti, pur rimaneggiato e oggetto di numerosi interventi, gli ultimi dei quali anche in epoca recente, è riuscito nonostante tutto a mantenere integra la sua fisionomia, l’austera e importante facciata. Salta subito all’occhio l’imponenza volumetrica, la ricchezza e maestosità della composizione tardo rinascimentale della facciata. Al piano terra (rialzato) le volte delle cinque stanze del palazzo Busetti sono integre, compresi gli apparati decorativi composti da stucchi e medaglioni centrali, con tele dipinte di Francesco Viacavi, allievo di Luca Ferrari (quest’ultimo noto anche come Luca da Reggio, autore fra l’altro di splendidi affreschi nella Basilica della Ghiara). L’assetto delle cinque grandi stanze è tipico dell’architettura cinquecentesca. Al primo piano la grandezza dell’edificio e l’imponenza decorativa delle stanze si limita alle tre prospicienti piazza del Monte. Le due ampie sale retrostanti sono state private delle volte e sostituite da solai latero-cementizi. Il secondo piano e il terzo ed ultimo piano , come il sottotetto e il tetto, hanno avuto a loro volta rilevanti rimaneggiamenti nei decenni passati.
Il restauro di palazzo Busetti prevede la pulitura delle facciate e degli importanti apparati decorativi dei contorni delle finestre, con integrazione delle minime parti di intonaci mancanti e risarcimenti sui fregi attorno alle finestre e del cornicione. Verranno effettuati saggi per conoscere le cromie ancora presenti sull’intonaco e si provvederà alla restituzione pittorica della facciata.
Il tetto verrà consolidato. E’ previsto il mantenimento dei serramenti esterni mediante puntuale restauro ligneo.
Nato per volere di un’antica famiglia di ricchi commercianti di seta, l’edificio è figlio di quel miracolo economico che interessa Reggio dalla fine del Cinquecento a quasi tutto il Seicento. E’ in questo periodo che le famiglie di tessitori e commercianti del prezioso filato (la seta) riescono a costruire le grandi fortune economiche e a intraprendere la costruzione di importanti palazzi di città, di cui ancora oggi si fregia il centro storico cittadino.
La famiglia Busetti, senza eredi, lascia il patrimonio a una fondazione, che porta il nome stesso della famiglia. Successivamente si susseguono gli interventi a favore del Seminario vescovile, con il collegio e il teatro del Seminario; una sede del Collegio dei Gesuiti; la sede dell’Università di Reggio (vi insegnò anche Lazzaro Spallanzani). L’immobile viene poi destinato a innumerevoli funzioni: ricovero provvisorio delle truppe napoleoniche di passaggio a Reggio; ristorante e caffè al piano terra (il celebre “Ristorante-caffè Busetti”, un negozio per la vendita di ferramenta al piano primo; la tipografia del quotidiano L’Italia Centrale; poi la sede della Banca commerciale italiana, la sede dell’Inps, il Catasto e l’Ufficio tecnico erariale. Le funzioni e le attività nel palazzo non hanno conosciuto sosta e varietà di usi.