Pagliuzze e Calatravi La provocazione dell’homo Santiagus

Nel settembre scorso, nel corso del suo intervento all’Assemblea degli Industriali, Santiago Calatrava aveva posto in evidenza l’analogia tra Reggio Emilia e la città di Lakeland in Florida. Entrambe, infatti, si trovano al centro di un’area vasta che comprende anche altre città. Questa fortunata posizione, abbinata alla presenza di una stazione della rete ad Alta velocità, ha fatto sì che Lakeland sia stata scelta come luogo per ospitare la sede di un nuovo polo universitario politecnico. Per rappresentare le potenzialità espresse da questa analogia territoriale, nel corso dei lavori assembleari Calatrava aveva presentato un disegno nel quale – come puro esercizio di scuola – l’edificio realizzato a Lakeland era stato inserito nello spazio antistante la stazione Mediopadana. L’intento di questa proposta non era quello di evidenziare il Politecnico, ma il fatto che la presenza di una grande infrastruttura, come la stazione dell’Alta Velocità, renda possibili iniziative altrimenti impensabili.

Come talvolta accade, alcuni invece di guardare la luna sono rimasti colpiti dal dito che la indicava e così abbiamo avuto interventi di ogni tipo, l’imbarazzante e abortita cittadinanza onoraria a Calatrava, le interpellanze presso il Consiglio Regionale e momenti di comprensibile smarrimento in diversi ambiti regionali.

Ho fatto questa premessa perché dal settembre scorso sono trascorsi quattro mesi nel corso dei quali la “provocazione” di Calatrava – da me fortemente voluta e auspicata – ha contribuito a porre in evidenza “la luna”, ovvero alcune questioni rilevanti che la comunità reggiana ha di fronte a sé.

L’amico architetto catalano, infatti, ha direttamente o indirettamente sollecitato una riflessione su tre temi: la formazione tecnica e universitaria a Reggio Emilia, il ruolo futuro della città all’interno della realtà mediopadana e la progettazione di quella parte della zona Nord che va dal casello autostradale alla Stazione dell’alta velocità.

Quanto al primo tema, mi limito a evidenziare che, da settembre a oggi, la formazione tecnica si è affermata come una vera e propria priorità locale. Non a caso nei giorni scorsi il potenziamento dei corsi universitari reggiani è stato al centro della celebrazione in occasione dell’anniversario dell’apertura della sede locale dell’Università di Modena e Reggio Emilia. Un obiettivo che gli industriali seguono in “presa diretta” animati dalla volontà di contribuire all’ampliamento dell’offerta formativa tecnica e universitaria in coerenza con le emergenti richieste delle imprese. Un’attenzione che potrebbe concretizzarsi anche in un sostegno per risolvere il deficit di spazi didattici che oggi affligge il nostro ateneo.

Il secondo punto, riconducibile ancora all’intervento di Calatrava, è riferito al ruolo che il nostro Capoluogo intende avere all’interno dell’area mediopadana, ovvero quel territorio che guarda a Nord e a Ovest per il quale a suo tempo gli industriali avevano ipotizzato un ente d’area vasta comprendente le province di Modena, Reggio Emilia, Parma e Piacenza. Un’entità, si badi bene, territorialmente molto simile a quella prospettata dalla fusione delle Camere di Commercio emiliane attualmente rallentata da sopraggiunti impedimenti amministrativi. Ipotesi e soluzioni che rimandano a un’idea forte: Reggio Emilia sarà sempre meno il Capoluogo del proprio territorio e sempre di più il nodo centrale della rete urbana mediopadana. Un dato di fatto di cui tutti siamo chiamati a tener conto.

Il terzo e ultimo tema è quello riferito all’area Nord e, in particolare, all’asse che interessa la stazione Mediopadana. In questo caso la suggestione di Calatrava, un Politecnico con il relativo campus, conteneva due precise indicazioni. La prima è l’esortazione a pensare in grande non solo in termini architettonici ma anche e, soprattutto, nei riguardi delle funzioni da collocare accanto e intorno al nuovo nodo ferroviario. La seconda è riconducibile all’idea di pensare in grande anche in termini territoriali e, dunque, di immaginare realizzazioni e iniziative condivise con altre città al fine di moltiplicarne il bacino d’utenza e con esso le potenzialità di crescita e successo.

Il fiorire di progetti che quotidianamente occupano la cronaca locale testimonia che il futuro della zona Nord esercita un grande interesse. Tuttavia, è ora indispensabile che il Master Plan in formazione ponga una precisa linea di demarcazione per separare le fake news e le suggestioni senza risorse da quei pochi progetti che, se sviluppati adeguatamente e poi realizzati, possono contribuire a innescare un meccanismo virtuoso capace di collocare sul serio l’area Nord al centro della Pianura Padana.

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