Enrico Letta ci aveva comunque avvertito: lui non è Babbo Natale. Ed effettivamente sotto l’albero degli italiani non sono stati presentati doni propriamente appetibili. Quasi inavvertibile il taglio ai costi della politica, per alcuni addirittura peggiorativo il quadro della tassazione generale. Insomma la strada percorsa è quella di sempre con l’unica eccezione del “ricambio generazionale”, avverte il premier. Può bastare un leggero abbassamento dell’anagrafe politicante per invertire la rotta? Per risalire una china che oggi sembra destinata all’inabissamento? Noi ribadiamo che servirebbe una rivoluzione genetica di chi aspira a timonare il Paese verso il bene comune, cioè culturale e morale. Non c’è traccia dell’annunciata riduzione delle indennità sbandierata da Grasso e dalla Boldrini e compagnia guadagnante di Montecitorio. Ci si deve accontentare della fine, ma nel 2017, del finanziamento pubblico ai partiti. Ovvero della cancellazione di una norma cassata 20 anni fa dagli italiani.
Intanto gruppi di amministratori locali scodinzolano sui media e sui social network davanti al ddl Delrio per “l’abolizione delle Province”, dimostrando di rispondere ai richiami di cordata invece che ad un auspicabile senso critico possibilmente autonomo. Un vero “pacco” sotto l’albero sul cui reale contenuto ha messo in guardia anche la Corte dei Conti. In assenza di una riforma generale della natura e delle competenze degli enti regionali e locali, la facile individuazione del capro espiatorio (guardacaso il meno spendaccione e per certi versi il più virtuoso) significa auto-appuntarsi la medaglia della primogenitura delle riforme apparenti. Cambiare poco per placare il forte mal di pancia senza guarire la patologia.
Per Confindustria la crisi sta producendo “danni commisurabili solo a quelli di una guerra“; per chi si fosse trovato in questi giorni a girovagare per i centri cittadini e quelli commerciali, il catastrofismo imprenditoriale avrebbe potuto sembrare esagerato assai. Ma il vuoto centrifugare di macchine e cittadini alla disperata ricerca di un senso commerciale dell’evento natalizio (smarrito ormai il significato religioso) appartiene più alla ritualità collettiva da inerzia. E non risponde alla spinta oggettiva delle capacità del proprio portafoglio. Già piangono in questa direzione i pre-resoconti di vendita delle organizzazioni di settore. Ma il mondo non doveva cambiare repentinamente con l’avvento al soglio Pd di Matteo Renzi?