Osterie d’Italia: l’Arrogant e Geremia entrano nella nuova Guida Slow Food 2021

Inizia il gran valzer delle Guide gastronomiche.
E comincia bene per Reggio Emilia.

Nella guida Slow Food 2021 delle migliori Osterie d’Italia, che premia le trattorie e i locali informali e con ottimo rapporto qualità prezzo, ci sono 119 new entry. 7 di queste sono emiliano-romagnole e 2 sono reggiane. Si tratta di due nomi molto noti ai gourmand reggiani. L’”Arrogant Pub” di Canali, del vulcanico Alessandro Belli, e la storica “Geremia” di Castelnuovo Monti. Due locali che più diversi non potrebbero essere. L’Arrogant ha acquisito una fama che va ben al di là dei confini provinciali grazie soprattutto alle sue eccellenti birre acide e alle sue carni di qualità. Geremia è un vero e proprio santuario della cucina di tradizione reggiana.

L’unico ristorante reggiano che nel 2020 poteva fregiarsi della Chiocciola della Guida Slow Food è la Badessa di San Donnino di Liguria o San Donnino di Casalgrande che dir si voglia, nei pressi di Marmirolo.

Va detto che non mancano le polemiche. In un anno nel quale il Covid sta provocando enormi difficoltà economiche ai ristoratori e al loro indotto, costringendo a chiudere anche insegne storiche, da alcuni il rito della premiazione, a maggior ragione se riferito a ristoranti come quelli pluristellati nei quali è facile spendere anche centinaia di euro a cranio per un menu degustazione, è considerato un metaforico schiaffo all’Italia che arranca sotto i colpi del coronavirus.

La Guida Espresso 2021, ad esempio, non uscirà prima della prossima primavera. Il suo direttore Paolo Vizzari ha sottolineato l’estrema difficoltà di assegnare premi o stilare classifiche, mettendone in dubbio anche l’opportunità, in un contesto per i ristoratori totalmente anomalo come quello del 2020, dominato dalla pandemia.
La stessa Guida Slow Food, proprio per l’eccezionalità di questi tempi, nella guida in uscita oggi non assegna le tradizionali “Chiocciole”, sinonimo di eccellenza.
Per altri, continuare a premiare ristoranti che, nonostante tutto, resistono alla crisi e tengono alto il nome del Made in Italy vuol dire dare un contributo alla ripresa economica del Paese.

S.C.

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