Firenze – “Non sono uno squalo”. E’ venuto lui, Oscar Farinetti in persona, ieri lunedì 8 settembre a Firenze, per incontrare i tre ragazzi che, con i Cobas, lo scorso 30 agosto hanno organizzato il primo “sciopero serio” di Eataly. La protesta era indirizzata non solo al mancato rinnovo dei contratti a termine, ma anche alla condizioni di lavoro e al ricorso, giudicato eccessivo, alle usuali forme di lavoro precario.
Soddisfatto l’imprenditore (l’incontro è andato bene”), mentre i tre giovani non vogliono far trasparire eccessivo entusiasmo e ci vanno con i piedi di piombo. “Aspettiamo a dire che sia andata bene – hanno spiegato – per adesso, ci siamo confrontati con Farinetti e gli abbiamo fatto presente i nostri rilievi sull’uso eccessivo dei contratti precari, chiedendo di essere ripresi in azienda”.
“Mi interessava capire cosa pensavano questi ragazzi, non vogliono che pensino che sono uno squalo perché gli squali sono altri – sono state le parole di Farinetti – inoltre hanno manifestato la volontà di tornare a lavorare con noi, dunque evidentemente vuol dire che non siamo così cattivi”.
Intanto, un primo risultato è stato ottenuto, un punto che rimette le parti in equilibrio: il manifesto antisciopero, idea dell’ad dell’azienda Francesco Farinetti, che era stato sottoscritto da una parte dei lavoratori e sostanzialmente richiedeva una sorta di presa di posizione contro la protesta, non sarà esposto. “Saggia decisione – trapela da un lavoratore che non ha partecipato alla protesta – non tutti avevano firmato, e inoltre tanti di quelli che, per timore o d’istinto, avevano apposto la firma non erano affatto contenti e stavano chiedendosi come ripensarci”. Insomma, né con lo sciopero né con l’azienda, la maggior parte dei dipendenti di Eataly sembra non volesse schierarsi. In realtà come spiega lo stesso patron, quel cartello era una risposta all’invito fatto dagli scioperanti, tramite un volantino, a boicottare la catena.
Rimane sul tavolo l’ipotesi di riaccogliere i tre ragazzi in servizio allo store. Una mossa che viene dopo quella della Cgil, che con un’intesa firmata qualche giorno fa ha concordato con Eataly la stabilizzazione di 50 precari (portando così il numero dei contratti a tempo indeterminato da 22 a 72 su un personale complessivo formato attualmente da 97 addetti, a fronte dei 131 reclutati in occasione dell’apertura lo scorso dicembre, lasciando fuori i contratti non rinnovati).
Sul punto, il patron non si è sbilanciato, spiegando che dovrà parlarne col figlio Francesco (amministratore delegato della catena), e la decisione verrà presa in seguito. Ma la volontà è quella di non lasciare andare l’episodio. “Vorrei rivedere (i ragazzi, ndr) nel giro di 15 giorni. Sono persone intelligenti, che mi hanno detto tutto quello che pensavano senza problemi”.
Intanto, fra un incontro e l’altro, la protesta organizzata dai tre giovani dipendenti con l’adesione dei Cobas, ha raggiunto anche un altro obiettivo: ieri c’è stata infatti anche la prima riunione sindacale all’interno dello store, i rappresentanti della Cgil hanno incontrato i lavoratori, cui hanno spiegato “bene” i punti dell’intesa. Del resto, proprio nel momento dell’agitazione di sabato scorso, Cgil Filcams aveva fatto uscire un duro documento contro Eataly per quanto riguardava anche la sempre procrastinata mai attuata realizzazione di una rappresentanza sindacale aziendale. Non solo. I sindacalisi della Cgil hanno anche incontrato Oscar Farinetti, cui hanno assicurato: “Che non è nostra intenzione fare rivoluzioni a Eataly Firenze”. Solo “dar corpo” all’accordo firmato.