Firenze – Spiacevole, per chi frequenta il giardino dell’Orticoltura, non avere un luogo dove espletare i proprio bisogni fisiologici, tanto più spiacevole dal momento che il luogo è frequentato soprattutto da famiglie con bambini, gruppi di persone e scolaresche. Proprio dalle scolaresche è giunta in questi giorni una protesta, l’ennesima, che riguarda la vicenda dei bagni nuovi, esterni alla biblioteca, che dovrebbero servire l’utenza del giardino. Dovrebbero; in realtà, conclusi i lavori nel 2019, restano chiusi la maggior parte dell’anno. Sono aperti solo in concomitanza con i due mesi estivi di apertura del bar che insiste nel giardino stesso e che dunque gestisce anche i servizi igienici. Sì, ma allora, almeno i bagni della biblioteca dovrebbero essere aperti anche ai frequnenatori del giardino. No, invece: per loro no. Come riporta il cartello interno e la segnaletica esterna, i servizi della biblioteca sono riservati agli utenti della Sala Studio. Con tante scuse per il disagio.
E dunque, che fare se scappa? Intanto, desta qualche perplessità la predisposizione per la monetina che in automatico dovrebbe far partire il servizio, approntata accanto alla porta chiusa. Come mai c’è, ma non è mai entrata in funzione? Come spesso accade, è qualche mamma a sfogarsi, un po’ stanca di quella porta che non si apre. “Non si capisce perché un servizio così importante debba essere affidato esclusivamente alla gestione del bar, quando quest’ultimo svolge solo servizio estivo. Per tutto il resto dell’anno, come mai non ci si premunisce di dar corso al servizio legato all’inserimento di un semplice obolo, visto che è già stato predisposto?”. Già, come mai? Per curiosità, a una ricerca online, è emerso che l’indicazione servizi igienici -giardino dell’Orticoltura conduce a una malinconico e stringato annuncio del sito FeelFlorence, ovvero: Bagno pubblico-Orticoltura-Temporaneamento chiuso. Del resto, come dicono i fruitori del giardino che hanno contattato Stamp, “si può anche comprendere che i due anni di pandemia abbiano bloccato l’uso senza controllo dei bagni. Ma ora, con il via libera di mascherine e altro, perché non mettere in funzione dei bagni nuovi, usati solo sporadicamente, a fronte di un’utenza che ha invece ripreso a pieno ritmo l’uso ricreativo del giardino?”. Costretta, aggiungiamo noi, a farla o fra le frasche con rischio multa, o cercando di sgattaiolare nei bagni “proibiti” della sala di lettura. “Vorremmo anche sapere quanto è costato alla comunità mettere in funzione questi bagni. Bellissimi, ma se non si possono usare, inutili”.