Lodi e imbrodiAmmesso e non concesso

Renzi con Andrea Rossi

Ammesso e non concesso che con le elezioni del 4 marzo si sia registrato un esito chiaro e indiscutibile, assegnando ai M5S e al centrodestra la responsabilità di dare una guida politica al nostro Paese;
ammesso e non concesso che la rappresentanza parlamentare trovi una forte predominanza in un modello proporzionale, e sia dunque il luogo dove si costruiscono le maggioranze di governo;
ammesso e non concesso che l’indicazione di Di Maio premier non trovi giurisprudenza in materia, proprio in virtù della forma di governo di repubblica parlamentare e tale ipotesi risulti essere una forzatura costituzionale;
ammesso e non concesso che esista un solco profondo tra noi e il M5S sull’idea della democrazia, sul valore e il senso delle funzioni repubblicane, sul rispetto e il riconoscimento dell’avversario, principi questi che stanno alla base della nostra Costituzione;
ammesso e non concesso che gli ultimi, positivi giudizi sull’operato di alcuni ministri dei nostri governi risultino essere oggi abbastanza singolari nonché tardivi, per il costante atteggiamento denigratorio degli ultimi anni che è andato ben oltre alla normale dialettica politica;
ammesso e non concesso che l’iniziativa riformatrice sviluppata dai governi Renzi e Gentiloni sui temi del lavoro, dell’Europa e dei diritti civili non abbia mai, e dico mai, trovato motivi di condivisione da parte del Movimento;
ammesso e non concesso che l’ex segretario Matteo Renzi continuerà a essere per il Partito Democratico un autentico punto di riferimento in quanto ha rappresentato una stagione di innovazione nel panorama politico italiano;
ammesso e non concesso che risulti abbastanza antitetico, viste le differenze culturali e ideologiche molto evidenti, proporre un accordo in modo indistinto al Pd e alla Lega, come se per un posto di governo si riuscisse a rinunciare a un minimo comune denominatore di valori condivisi;
ammesso e non concesso che nessuno del gruppo dirigente del Partito Democratico abbia voglia di ritirarsi in un silenzioso quanto inutile Aventino, ma voglia condurre con forza e responsabilità, all’interno delle regole della democrazia parlamentare, un’opposizione di contenuti e di proposte utili per il bene del Paese;
tutto ciò ammesso e non concesso, nasce un quesito banale per l’on. Di Maio: su quali basi si può sottoscrivere, così come da lui dichiarato in queste ore, un contratto di governo sul modello delle alleanze nate in Germania?
In chiusura, semplicemente, tra l’ammesso e il non concesso, vi è il non detto: che è il tentativo di scaricare sul Partito Democratico la responsabilità di un accordo di governo, già in essere, tra il M5S e la Lega, che si è già evidenziato non solo nei passaggi dell’elezione dei presidenti di Camera e Senato, ma anche nelle rispettive proposte politiche.

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