Firenze – La pandemia, fra i vari effetti, ne ha anche uno insidioso e poco conosciuto in particolare in Italia, ovvero l’aumento dei casi di mental breakdown nelle donne, anche in Toscana, conseguenza anche dell’aumento delle disparità di genere. A dirlo, in occasione della “Giornata nazionale per la salute della donna”, la presidente dell’Ordine degli psicologi regionale, Maria Antonietta Gulino.
La pandemia ha reso ancor più drammatico il peso che grava sulle donne, provocando un aumento dell’accesso alle prestazioni psicologiche. “Stanchezza, frustrazione, rabbia, paura e senso di colpa per non riuscire a gestire tutto – prosegue Gulino – diventano cause di stress mentale che si scarica sulle donne. Con i ritmi ripetitivi della quotidianità, spesso obbligate allo smartworking, all’assistenza dei figli, anche nei percorsi DAD, e alla cura delle attività domestiche e a quella degli anziani familiari, in molte hanno sofferto un crollo fisico e psicologico. La loro salute mentale è spesso compromessa da un sistema che deve essere completamente rivisitato: in una giornata come questa dobbiamo avere il coraggio di rimarcarlo”.
Scenari che, secondo l’Ordine Toscano, potrebbero essere scongiurati e decongestionati tramite un autentico potenziamento da parte delle istituzioni dei corridoi per la Medicina e la Psicologia di Genere: “Un approccio che, tenendo conto delle differenze biologiche, economiche e culturali tra uomo e donna riesce a fornire percorsi di presa in carico personalizzati e appropriati per le donne, generando un circolo virtuoso che consente tra l’altro di gravare meno sul Sistema sanitario nazionale”.
L’Ordine degli Psicologi della Toscana, che vede oggi una larga prevalenza di iscritte – 6016 donne, 1326 uomini – richiama infine l’attenzione su un altro tragico fenomeno aumentato nell’ultimo biennio, ovvero la crescita dei casi di violenza domestica e femminicidio.
“Oltre a tutto questo, complice la convivenza forzata, si sono impennati anche i casi di violenza domestica ed i relativi femminicidi. La Toscana non può dirsi un’isola felice: durante il lockdown è stata raggiunta una media di 2,4 telefonate al giorno ai centri antiviolenza del territorio. Le conseguenze psicologiche sono devastanti: la tutela della salute della donna deve ripartire soprattutto da qui ovvero da ciò che manca”.