Opera – Azione: cinque artisti su un palcoscenico

Chi frequenta la Compagnia Krypton di Giancarlo Cauteruccio sin dagli esordi, e ne ha vissute le molte sperimentazioni durante quasi venti anni, non si stupirà molto di questo bel progetto che si presenta come un percorso interdisciplinare tra parola, azione scenica e opera d’arte. Stavolta c’è una forte motivazione dettata da un’urgenza, secondo l’idea del regista-attore: “Il sistema narrativo in Italia è stato contaminato dai bassi livelli della TV, per il cinema oggi si scrivono raccontini, e anche il teatro punta su nomi di richiamo, in una gara a rincorrere il mercato, cioè il pubblico. Perciò oggi è necessario che le diverse arti si mettano insieme e così accomunino due tipi di utenti, quelli del teatro e quelli dei musei e gallerie d’arte. Questi cinque atti diventeranno l’occasione per chi frequenta il teatro di vedere un’opera d’arte insinuata nel linguaggio teatrale”. Si comincia domenica sera alle 21 con una installazione di Alfredo Pirri, Gas, un lavoro del 1990, costruito come una griglia di elementi orizzontalii scolpiti dalla luce, che l’artista dichiara si debba interpretare come una “forma che si orienta nello spazio e che offre allo spettatore la possibilità di cogliere più punti di vista”. C’è anche un numero simbolico che si riproporrà per tutte le azioni sceniche, ed è il 7: come le componenti della scultura di Pirri, e come gli attori, i danzatori, i cantanti, i musicisti che si alterneranno nello spazio così essenziale del Teatro Studio da gennaio a maggio. Lo spettacolo d’esordio – La Parola – si avvale dei testi del filosofo e sociologo Theodor W. Adorno e del poeta Paul Celan, cui danno voce dal vivo Giancarlo Cauteruccio e fuori scena, Fulvio Cauteruccio e Annibale Pavone. Altri 7 performer occupano le platee centrali. “Non si tratta di una scenografia d’artista, come spesso avviene nel teatro, ma di un esperimento nuovo in Europa. L’opera diviene dinamica, attiva e generatrice di nuove inaspettate condizioni espressive che la dilatano e la amplificano attraverso il linguaggio del corpo, della luce, della musica”, puntualizza il regista nel presentare il progetto. Il contributo critico per gli artisti è invece di Pietro Gaglianò: “L’opera di Alfredo Pirri, GAS, è una dichiarazione aperta sulla crisi culturale di alcune forme di espressione che hanno reagito all’irrigidimento dei linguaggi con il rigetto della mimesi e della rappresentazione. Il profilo dei sette elementi che occupano lo spazio evoca il ricordo drammatico dei campi di concentramento, ma costituisce prima di tutto una riflessione sul colore, allo stesso tempo imprigionato e irradiato dalla loro interazione con la luce”. Gli artisti che seguiranno con loro lavori rieditati oppure originali, sono Enrico Castellani, Jannis Kounellis, Loris Cecchini e Cristina Volpi, per i quali sono state pensate performance che coinvolgono, come abbiamo anticipato, altre “muse”,  e ci sarà ogni volta questo rapporto stretto, questa spinta dell’opera d’arte verso un genere specifico dell’azione che pertiene al teatro. Perché si compenetrino, si completino e propongano agli spettatori un insieme armonico e conseguente.

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