L’Open Day di Pizzarotti e i passi avanti o indietro di Grillo

Raduno di esponenti critici e dissidenti del M5S: “Revocare le espulsioni”. La replica dal blog: “Ho fatto un passo avanti”

E’ partito oggi da Parma il primo serio tentativo di rinnovamento politico del Movimento 5 Stelle. Al di là dell’apparente e stra ribadita “normalità” dell’Open Day pizzarottiano (forte di 400 attivisti e un centinaio di giornalisti accreditati da tutta Italia), la presa di distanza dalla linea ufficiale del blog di Grillo e Casaleggio è risultata evidente. Basti citare le dichiarazioni del sindaco di Parma – e non solo le sue. Al suo arrivo mattutino, in una tonnara di cronisti, in modo sfumato, via via con il procedere della giornata con sempre maggiore nettezza, Pizzarotti ha delineato il movimento come lo vorrebbe. Diverso da come è, più simile a come era all’inizio, quando il 25% di voti su base nazionale era lontano e gli attivisti contavano davvero.

Pizzarotti in auto nella "tonnara" dei media
Pizzarotti in auto nella “tonnara” dei media

Non a caso, lo “spirito del 2009” è stato il primo tra i refrain più gettonati. A seguire: la richiesta di revisione – rivolta al direttorio di cinque deputati – delle ultime espulsioni, l’ammissione dell’esistenza di un problema all’interno del movimento, il superamento della rete come canale esclusivo per la comunicazione tra base, attivisti ed eletti. Riassumendo in uno slogan: da movimento di lotta a movimento di governo. Non a caso il momento più caldo dell’incontro, nel pomeriggio, aveva come tema la differenza tra essere maggioranza e governare ed essere minoranza e fare opposizione.

Evidente, nelle parole di Pizzarotti, la volontà di far tornare il Movimento alle proprie radici originarie: “Dobbiamo cominciare ad avere poche regole ma chiare, regole che condividiamo, non calate dall’alto. Serve metterci in discussione per ripartire con slancio, includendo persone che non hanno fatto niente e che sono state escluse. Mi aspetto che il primo atto – del direttorio (ndr) – sia un incontro dal vivo. Non mi interessa se dovessi essere espulso, sono in pace con me stesso. A Grillo dobbiamo tanto ma il Movimento siete voi e siamo noi e dobbiamo ricordarcelo anche quando vediamo cose che non ci piacciono”. E ancora: “Dobbiamo essere la speranza più importante del Paese, se ci lasciamo mangiare dalle lotte intestine non andiamo da nessuna parte. Dobbiamo dirci quello che pensiamo senza aver paura. Non vado da nessuna parte, sono nel Movimento 5 Stelle e vorrei che si riconoscesse il lavoro che conduco: dobbiamo essere liberi di dire quello che vogliamo”. Per ribadire ulteriormente: “Dire quello che si pensa è importante perché il mondo non è fatto di etichette, espulsi, dissidenti, critici o di talebani ma di persone con le loro capacità. Dobbiamo ricominciare da qui: riscoprire i valori da cui siamo partiti, che erano un po’ meno scontrini e più contenuti”.

Qui c’è anche Andrea Defranceschi – ha aggiunto Pizzarottiuno che si è speso cinque anni per il nostro movimento quando valevamo lo 0,0 niente. Io penso sia una persona che possa dare il proprio contributo sempre”. L’interessato Defranceschi ha rilanciato: “Il vero movimento è qui”.

P1080180Come se non bastasse, Pizzarotti ha risposto così alla domanda sull’eventuale passo indietro di Grillo: “Mi sembra che la direzione sia già questa e l’indicazione delle cinque persone una indicazione di andare avanti con le nostre gambe”. Il suo tour? “Ha sempre fatto quello di lavoro, leggendola così, da questo tour sembra che stia tornando alle origini”. Concetto ribadito dal senatore ex M5S Maurizio Romani: “Il M5S avanti senza Grillo? Può darsi. Grillo ha sempre detto che era un megafono. Se il megafono dice cose diverse da prima può darsi che il movimento possa andare avanti anche senza di lui”. Un altro carico da undici, poi parzialmente corretto, l’ha messo la deputata emiliana Giulia Sarti: “In futuro si potrà discutere di togliere il nome di Beppe Grillo dal simbolo. Non deve essere un tabù”. Poco dopo, su facebook: “Non ho mai detto che voglio togliere il simbolo del M5S a Beppe Grillo”.

A questo punto occorre precisare due cose. La prima è che per tutta la giornata in  tanti hanno tenuto a ribadire che non era in atto alcun tentativo di formare una corrente interna o procedere ad una conta per un’eventuale scissione del M5S. In effetti, l’impressione è che si voglia puntare ancora più in alto: verso una sorta di rifondazione del movimento, su basi che ne recuperino lo spirito originario restituendo voce e potere alla base. E qui arriva la seconda precisazione. I partecipanti all’incontro odierno erano tanti, tra loro figurava anche qualche consigliere regionale e una decina di parlamentari (tra ex, espulsi e dissidenti). Troppi per ipotizzare un’espulsione di massa. Ma al tempo stesso troppo pochi e troppo lontani dal gruppo degli “ortodossi” per poter impensierire seriamente l’attuale – e saldissima, al di là delle apparenze – guida del movimento.

Con questo si spiega la chiosa alla giornata, affidata al sindaco grillino di Pomezia Fabio Fucci: “Oggi da qui non escono correnti. Il sindaco Pizzarotti ha puntualizzato quelli che sono alcuni problemi. Facciamo vedere che il M5s è una forza di governo, che ci sono persone preparate che sanno amministrare. Dobbiamo essere capaci di far parlare di quello che facciamo, lasciando fuori polemiche, espulsioni e scie chimiche”.

P1080167Da parte di Beppe Grillo è arrivata una risposta indiretta via blog: “Sono più vivo che mai. Non ho fatto un passo indietro, ne ho fatto uno avanti. Il MoVimento 5 Stelle è andato avanti, è un movimento complicato, con migliaia di consiglieri comunali e regionali, centinaia di parlamentari, decine di europarlamentari. Non potevo avercelo sulle spalle solo io o Casaleggio, stiamo distribuendo competenze e responsabilità. Ora ce ne sono altri cinque, poi saranno dieci, venti, trenta, quaranta. E’ l’inizio di una nuova fase straordinaria per il M5S”. A chi toccherà guidarla, lo diranno le prossime mosse di quelli che ormai appaiono sempre più come contendenti.

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