Svolta nell’omicidio di Luzzara: ad uccidere Rodolfo Moretti, 43 anni, l’uomo scampato l’anno scorso al tentativo di omicidio da parte di moglie e figlia (secondo la Procura) e ora agli arresti domiciliari, sarebbe stato uno dei cognati, Matteo Zanetti, pure lui 43enne e marito di Dominique, una delle sorelle della vittima. L’omicidio è avvenuto intorno alle 19,15, nel cortile dell’allevamento suinicolo molto isolato per il quale Moretti lavorava.
Zanetti, portato in caserma giovedì mattina, ha confessato il delitto agli inquirenti, come riferito dal Procuratore capo di Reggio Giorgio Grandinetti durante una conferenza stampa. L’omicida sarebbe arrivato dalla sua casa di Gazoldo degli Ippoliti (Mantova) dove vive con la moglie e la figlia di Moretti avrebbe poi avuto un acceso diverbio con il cognato, presumibilmente a causa della sospetta relazione tra Ylenia e lo stesso Zanetti. E quando Moretti ha scoperto quella relazione è nato un acceso conflitto con il cognato. Padre che la vittima avesse tentato in ogni modo di fare scontare la figlia gli arresti domiciliari in un’altra abitazione.
L’omicidio è avvenuto in via Buca Bertona 8, a Tagliata di Luzzara, in un cortile attiguo alla porcilaia della società Fit Club di Polesine di Pegognaga, dove Moretti lavorava da qualche mese. Un luogo isolato che ha agevolato il lavoro del killer. Moretti aveva appena messo in moto la sua auto (stava facendo rientro nella sua abitazione, in via Lorenzini a Luzzara) quando l’assassino, approfittando del finestrino abbassato, gli ha sparato il colpo fatale. L’uomo, benché ferito, ha probabilmente fatto qualche passo fuori dall’autovettura prima di stramazzare a terra privo di vita. La presunta arma del delitto è stata sequestrata
A scoprire il cadavere è stata Maria Gloria Franzini, moglie del titolare della Inform Zoo, l’azienda nei pressi della quale è stato assassinato Moretti. E’ stata lei a dare l’allarme al 118 e ai carabinieri prima di essere colta da un malore per lo choc. “Ho visto il corpo riverso a terra, pensavo che fosse stato colto da un malore. Non ho sentito nessuno sparo”. Poco dopo sono arrivati sul posto anche la sorella Monique e il figlio quattordicenne di Moretti.
Sul posto oltre ai militari di Luzzara è giunto il sostituto procuratore Luciano Padula, che coordina le indagini giunte ormai a un punto fermo
KILLER IN FAMIGLIA
L’uomo era già scampato a un tentativo di omicidio. L’8 gennaio scorso la figlia Ylenia avrebbe assoldato un amico mantovano di 22 anni, Alex Granata, per uccidere il padre. Il giovane, armato di coltello, tese un agguato a Moretti a pochi passa dalla sua abitazione di via Lorenzini. Granata si era avventato contro l’uomo ed era riuscito a colpirlo alla schiena, ma Moretti, forte di una costituzione robusta, riuscì a disarmarlo al termine di una colluttazione a consegnarlo ai carabinieri.
Il giovane disse ai carabinieri di essere stato colto da un raptus di follia, fu arrestato e patteggiò 5 mesi. Le indagini però portarono gli inquirenti a scoprire una realtà molto diversa. Fallito quel tentativo, la figlia avrebbe pagato un altro uomo per eseguire il compito con 5mila euro che proprio il padre gli aveva dato per andare in vacanza. Ma era la persona sbagliata: l’uomo invece di macchiarsi di un delitto si presentò in caserma e raccontò tutto ai carabinieri.