Museo ciclismo salvo, trovato l’accordo

Firenze – La sede del Museo di ciclismo Gino Bartali resta quella attuale a Ponte a Ema. La concessione con la formula del comodato d’uso gratuito al Comune di Firenze (detentore del 65% delle azioni dell’immobile con la Provincia di Firenze e il Comune di Bagno a Ripoli che si dividono il resto) rimane fissata per tre anni trascorsi i quali la struttura potrebbe tornare nelle mani dell’Associazione Amici del Museo.

Su questi punti, finalmente, è stato raggiunto un accordo tra Andrea Vannini assessore allo sport di Palazzo Vecchio ed Andrea Bresci presidente dell’Associazione Amici del Museo che gestisce l’ente dal 2006, anno dell’inaugurazione.

“L’attuale sede del museo – ha detto ieri Andrea Vannini – non si tocca. Ed il Comune di Firenze lo gestirà per un triennio.” Ed Andrea Bresci, esponente della contro parte, annuiva. Quindi basta ipotizzare il trasferimento del museo in altra città. Si era parlato addirittura di “regalare” i preziosi cimeli al museo di Fausto Coppi a Novi Ligure. Quella forse era una provocazione. Ma c’erano veramente delle reali possibilità di trasferirlo in altre località. Una struttura a Cerreto Guidi (Firenze), ad esempio, si era fatta avanti per ospitarlo.

Ma ci sono punti d’incontro anche in molte altre delle dieci condizioni poste dal Comune di Firenze per assumere la gestione del museo. Questa convergenza di posizioni ha preso consistenza dopo i risultati scaturiti dall’assemblea dei soci dell’Associazione Amici del museo (34 presenti) tenutasi ieri lunedi proprio per discutere sui dieci punti indicati dal Comune di Firenze.

Le questioni da dirimere sono principalmente due : definire bene i rapporti del museo con l’adiacente Circolo Arci L’Unione (donatore del terreno per costruire il museo) e varare un progetto per il rilancio e lo sviluppo del museo stesso progetto che Palazzo Vecchio non sembra aver previsto dal momento che pare voglia gestirlo in prima persona distaccando soltanto due dipendenti. Per un vero rilancio serve invece serve un team di specialisti del settore.

Nei prossimi giorni all’assessorato allo sport ci sarà l’incontro definitivo tra le due parti in questione. E risolte le ultime controversie il Comune di Firenze assumerà la gestione con l’Associazione Amici del Museo che resterà a collaborare.

Tutto questo si è sostanziato stamani martedi a Ponte a Ema in occasione della celebrazione dei 15 anni dalla scomparsa di Gino Bartali avvenuta, appunto, il 5 maggio del 2000 a Firenze. Il museo stamani ha aperto i battenti per le visite gratuite degli sportivi; alle ore 10,30 una delegazione si è recata a rendere omaggio alla tomba dell’indimenticabile campione che si trova nel cimitero di Ponte a Ema.

Davanti a quella tomba Eugenio Giani, rappresentante del Coni e della Regione Toscana, ha riassunto la inimitabile carriera di Bartali ed sintetizzato quello che è stato l’iter per la realizzazione del museo. L’assessore Vannini, con tanto di fascia tricolore, ha ricordato che l’Amministrazione Comunale farà tutto e di più per continuare a rendere onore ad un grande concittadino quale Bartali.

Poi la Santa Messa nella chiesa di Ponte a Ema celebrata dal parroco don Giulio Cirri, da giovane grande tifoso di Bartali. In chiesa, presenti tra l’altri, Luigi, figlio di Bartali (assenti gli altri due : Bianca Maria abita a Castelnuvo Garfagnana; Andrea nelle Marche), Naturalmente Giani e Vannini; Andrea Bresci presidente dell’Associazione amici del museo, Renato Masini presidente dell’Aquila Ponte a Ema, la società ciclistica che lanciò Bartali; ex dirigente federale Emilio Farulli; l’ex campione del ciclismo Roberto Poggiali; e tanti ex corridori tra i quali Marcello Perugi, Renzo Minchioni (il padre Raul è stato corridore ai tempi di Bartali), Brunetto Velucchi, Sandro Cammilli, Otello Noci, Franco Paoli, Mario Copalli, il chirurgo Marchi che operò al cuore Bartali; l’imprenditore-tifoso Renato Giusti arrivato da Rìmini.

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