Il prestigioso quotidiano internazionale ha pubblicato online un lungo fumetto intitolato "Il suicidio dell’extravergine – l’adulterazione dell’olio di oliva italiano” (solo in Toscana recentemente la GdF ha sequestrato 8 milioni di bottiglie di olio di oliva contraffatto) che spiega le ragioni del suicidio dell’extravergine nazionale, tanto promosso dagli operatori della filiera olivicola e dalla distribuzione agro-alimentare ed esportato in tutto il mondo, per effetto della sua diffusa contraffazione, illustrata dal quotidiano in un tutte le fasi della filiera produttiva. Sono le vignette di Nicholas Blechman, l’art director del New York Times Book Review, sulla base delle informazioni del blog Truth in Olive Oil gestito da Tom Mueller autore del libro “Extraverginità” sullo scandaloso mondo dell’olio di oliva, che ritraggono, con una slider di 15 disegni, la produzione nazionale di extravergine come un covo di truffatori, protetti dal potere politico, che importano olio dall’estero da adulterare e miscelare con quello nostrano per poi spacciarlo come Made in Italy, in barba anche alle forze dell’ordine. Del resto, come ribadisce anche Coldiretti, l’Italia è il secondo produttore mondiale di olio di oliva dopo la Spagna con circa 250 milioni di piante su 1,2 milioni di ettari di terreno, ma è anche il principale importatore mondiale. Il racconto del New York Times – commenta Coldiretti – riporta una realtà, purtroppo già nota e denunciata, di numerose frodi e contraffazioni come quella scoperta recentemente dalla Guardia di Finanza in Toscana che ha portato al sequestro di 8 milioni di bottiglie di olio di oliva destinato al mercato, con una origine e qualità diverse da quelle presentate. A fronte di questi fenomeni sotto il pressing della Coldiretti è stata approvata nel febbraio 2013 la cosiddetta legge “salva olio” che contiene misure di repressione e contrasto alle frodi e di valorizzazione del vero Made in Italy. Ancora oggi la legge non risulta pienamente applicata per l’inerzia della pubblica amministrazione e per l’azione delle lobby industriali denunciate dallo stesso New York Times, a livello nazionale e comunitario.
Per Tulio Marcelli, presidente Coldiretti Toscana “le vignette avranno un effetto negativo sull’immagine e sulle vendite all’estero dei nostri prodotti. Purtroppo il New York Times denuncia con forza e con efficacia una situazione che conosciamo bene tutti, politica compresa, ma a cui probabilmente non si vuole dare una risposta chiara. Una legge per la trasparenza e l’etichettatura c’è, è stata approvata dal Parlamento Italiano dopo lunghe ed estenuanti battagliedella nostra organizzazione che hanno avuto un momento importante anche a Firenze, alla Leopolda con la grande mobilitazione, ma Bruxelles sta tentando di insabbiarla”. Il commento di Marcelli è duro: “provo rabbia ma anche tanta tristezza da imprenditore e da produttore perché ne esce sconfitta l’agricoltura della nostra regione, delle persone serie, degli imprenditori che producono con passione, amore e rispetto del consumatore. E’ un danno per l’Italia e per tutti gli italiani. E’ stata messa in discussione la credibilità e la serietà della più importante agricoltura mondiale di qualità”.
Ora – continua la Coldiretti – c’è la possibilità in Parlamento nella discussione in corso sulla legge comunitaria di approvare uno specifico emendamento diretto ad rispondere alle osservazioni dell’Unione Europea ed a rendere operativa la norma, ripristinando tra l’altro il tappo antirabbocco a tutela del vero extravergine italiano anche nella ristorazione. L’Italia ha dunque l’occasione – afferma la Coldiretti – di ricostruire una credibilità internazionale e di salvaguardare il mercato di una primaria realtà economica, occupazionale ed ambientale contro il rischio di quello che il New York Times ha chiamato il suicidio del Made in Italy.
Dura la reazione anche del Presidente dell’Olio Toscano IGP, Fabrizio Filippi, il maggior consorzio di olivicoltori italiano: “il New York Times denuncia una situazione che andiamo denunciando da tempo ma che alza il livello del dibattito ulteriormente. Fino a che non capiremo che questa non è la stradagiusta, che questo sistema è sbagliato, e che servono pene severe, il miracolo continuerà ad avverarsi puntualmente diventando purtroppo una brutta abitudine”. Ma Filippi è anche sicuro che il consumatore, se messo in condizioni, saprà selezionare i prodotti: “il nostro olio non è solo italiano, è toscano al 100%; – spiega ancora – c’è un’etichetta chiara, evidente, un codice di tracciabilità che è sinonimo di serietà e di qualità. I consumatori possono stare tranquilli”.
Il fumetto del New York Times: "Il suicidio dell’extravergine – l’adulterazione dell’olio di oliva italiano”
Secondo il prestigioso giornale internazionale la maggioranza dell’olio di oliva venduto come italiano proviene in realtà da Paesi come Spagna, Marocco e Tunisia che esportano in Italia dove arrivano anche olio di soia ed altri oli di bassa qualità che vengono etichettati e contrabbandati come extravergini di oliva. La serie di vignette – riferisce la Coldiretti – spiega che l’Italia è il principale importatore mondiale di olio e che nelle raffinerie italiane l’olio di oliva è miscelato con oli meno costosi e dopo l’aggiunta di beta-carotene per mascherare il sapore e di clorofilla per dare colore, viene imbottigliato ed etichettato come extravergine Made in Italy. Le bottiglie sono spedite in tutto il mondo ed anche in Paesi come gli Stati Uniti, dove si dice che il 69 per cento delle bottiglie vendute si ritiene manipolato. Nonostante il fatto che uno speciale corpo dei Carabinieri sia addestrato per scovare l’olio adulterato ed i ripetuti raid dei diversi corpi di polizia nelle raffinerie, gli industriali sono raramente perseguiti anche perché molti possono contare su legami con potenti rappresentanti del mondo politico. Il risultato di tutte queste frodi sono i bassi prezzi dell’olio di oliva italiano che di sta di fatto suicidando, conclude laconicamente il New York Times.
Le vignette del NY Times: http://www.nytimes.com/interactive/2014/01/24/opinion/food-chains-extra-virgin-suicide.html?_r=0
Il fatturato del settore in Italia – conclude Coldiretti – è stimato in 2 miliardi di euro con un impiego di manodopera per 50 milioni di giornate lavorative. Le esportazioni italiane di olio di oliva nel 2013 sono state pari a oltre 1,2 miliardi di euro e gli Usa rappresentano il principale mercato extracomunitario.
Immagine: www.nytimes.com