L'area più interessata dal fenomeno è quella a nord della città di Livorno, l'area dove insistono gran parte degli insediamenti industriali. Le rilevazioni Arpat e i controlli di Provincia e Comune non hanno ad oggi permesso di rimuovere le cause del fenomeno.
Arpat, protagonista del monitoraggio atmosferico e delle rilevazioni contestuali alle segnalazioni dei cittadini ha potuto stabilire che il fenomeno si origina da sostanze emesse dagli insediamenti industriali e portuali posti nella parte settentrionale della città. Le sostenza si trasferibbero in dipendenza delle condizioni meteorologiche dalle sorgenti alle zone marine per giungere poi nuovamente sulla terraferma (si vedano i Rapporti 2006, 2007 e 2010 sulla qualità dell’aria del Comune di Livorno).
Asa, agenzia per la fornitura del gas in città, è stata coinvolta nei controlli mediante una specifica procedura: invia ad Arpat per e-mail l’elenco delle chiamate ricevute, Arpat in tal modo può valutare l’estensione del fenomeno, utilizzando anche i dati meteo raccolti dal Centro operativo provinciale gestito dall'agenzia regionale stessa. Analoghe informazioni vengono acquisite dal Comando provinciale dei Vigili del Fuoco ed integrate con informazioni relative al traffico marittimo e al funzionamento di alcuni impianti industriali.
Anche l’incremento del traffico protuale, legato alle navi da crociera contribuisce significativamente a generare molestie di carattere olfattivo. Questo quanto emege dallo studio Arpat degli effetti dell’attività portuale sulla qualità dell’aria della città di Livorno (Rapporti 2009 e 2010 sulla qualità dell’aria del Comune di Livorno, reperibili sul sito web di Arpat).
Arpat fa sapere anche che "la forte presenza industriale della zona, unitamente alla presenza del porto e a condizioni meteorologiche fortemente variabili rendono le attività di controllo in campo e di studio piuttosto difficoltose e – sottolinea – l’analisi dell’impatto olfattivo è ancora un argomento di frontiera, nel senso che non ci sono metodiche generali e definitivamente acquisite per trattarlo".
E' anche per questo, probabilmente, che è stato attivato un processo partecipativo nell'area Picchianti: Arpat con la Circoscrizione 1, insieme a tutte le amministrazioni coinvolte, nel gennaio 2011 ha coinvolto attivamente nel monitoraggio dell'aria i cittadini sia residenti sia lavoratori dell’area Picchianti. L'obiettivo è determinare in modo preciso l’entità e la distribuzione degli odori percepiti dai cittadini ed individuare con certezza le sorgenti. Rappresentanti dei cittadini, su base volontaria, compilano quotidianamente, per un periodo di 2-3 mesi, una scheda di rilevazione delle "maleodoranze percepite"; le schede compilate costituiranno la base per analizzare statisticamente il fenomeno.