E’ proseguito anche nel secondo trimestre 2020, accentuandosi, la flessione registrata dai principali indicatori economici dell’artigianato reggiano.
Dopo il calo della produzione del 19,3% registrato nel periodo gennaio-marzo, il secondo trimestre si è infatti chiuso con un pesante -24%.
Già nel 2019 la produzione del settore si era sempre collocata, trimestre dopo trimestre, in territorio negativo, ma la diminuzione media non era andata oltre l’1,5%;
I dati dell’indagine congiunturale del sistema camerale, focalizzata sull’artigianato e analizzati dall’Ufficio Studi della Camera di Commercio, confermano dunque le pesanti ripercussioni dell’emergenza sanitaria e del lockdown sull’economia reggiana e, in particolare, proprio sull’artigianato.
Al calo della produzione si è associata la flessione del fatturato che, con un -24,7% su base annua, è superiore di cinque punti percentuali se confrontato con l’andamento negativo del trimestre precedente, quando il calo aveva raggiunto il 19,7%, mentre nello stesso periodo del 2019 la diminuzione era stata del 3,4%.
Anche per gli ordinativi il calo del 21,7% registrato nel trimestre aprile-giugno di quest’anno ha superato quanto osservato nel trimestre precedente, quando la flessione si era attestata al 19,9%; così come per la produzione e il fatturato, il confronto con l’anno passato evidenzia la rilevante accentuazione della crisi del settore.
Leggermente più contenuto il calo osservato sia per il fatturato estero – che si ferma al -11% – sia per gli ordini provenienti dal mercato oltre confine: per le imprese esportatrici la contrazione è stata dell’8,7% rispetto all’aprile-giugno del 2019.
In sofferenza, ma più contenuta rispetto all’inizio dell’anno, l’artigianato reggiano delle costruzioni. Tra aprile e giugno 2020 il volume d’affari delle piccole aziende del settore ha continuato a registrare un trend negativo dovuta agli effetti della pandemia. Questo andamento sì è però attenuato nel secondo trimestre 2020, fermandosi al -0,6% rispetto all’analogo periodo del 2019 e restando ben al di sotto dei più pesanti valori del primo trimestre, quando il calo era stato pari al 7,8%.