Sono scattate di nuovo le manette ai polsi di Riccardo Deserti, direttore del Consorzio del Parmigiano reggiano. Deserti, già raggiunto nel 2012 da un’ordinanza di custodia annullata dopo poche settimane, è agli arresti domiciliari con l’accusa con l’accusa di aver portato via documenti dal ministero dell’Agricoltura.
Il direttore del Consorzio era stato nel dicembre del 2012 con altre undici persone, accusate a vario titolo di corruzione e turbativa d’asta nel quadro dell’erogazione di contributi statali. I nuovi arresti non riguardano il filone principale ma l’ipotesi che l’imprenditore, nel corso di una visita al Ministero, successiva alla sua scarcerazione, abbia portato via dei documenti. “Siamo fortemente fiduciosi di dimostrare estraneità all’ipotesi di furto – ha detto il legale di Deserti, Gianluigi Pieraccini – e siamo fortemente fiduciosi di chiarire tutto nel corso dell’interrogatorio di garanzia” che si dovrebbe tenere a Roma, la prossima settimana.
“Se il Parmigiano Reggiano è il prodotto italiano più falsificato nel mondo, il motivo forse va cercato all’interno dello stesso Consorzio di tutela che più che difendere la tipicità del formaggio alfiere del made in Italy sulle tavole mondiali, sta invece dando forti spallate alla sua trasparenza”. Così le Coldiretti di Parma, Reggio Emilia e Modena commentano il nuovo arresto del direttore del Consorzio del Parmigiano Reggiano, Riccardi Deserti. “Arresto – si legge in una nota – che la dirigenza del Consorzio ha passato sotto silenzio senza nemmeno cercare un po’ di chiarezza in una vicenda a dir poco opaca”.